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Il DDL Zan non è neutrale e le destre hanno ragione a temerlo
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Il DDL Zan non è neutrale e le destre hanno ragione a temerlo

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BRINDISI – Il DDL Zan non è neutrale: prevede infatti una serie di iniziative educative per prevenire ogni forma di discriminazione provando a incidere nel tessuto socio-culturale del Paese.

La destra, però, si ciba della cultura del diverso e ogni forma di pedagogia sociale votata all’uguaglianza viene vissuta come una invasione di campo politica, come un pericolo per la propria base elettorale che storicamente ha presentato sacche di razzismo: verso i meridionali, verso i gay, verso gli immigrati. Perché l’importante è la narrazione del nemico, che necessariamente deve essere raccontato come diverso. È un modo per coprire il vuoto di idee e proposte della destra (soprattutto di quella contemporanea).
Ecco perché la Lega, tramite il proprio relatore Ostellari, tiene in ostaggio il DDL Zan, perché non vuole che si generi discussione alcuna, perché sulla privazione dei diritti civili e sulla ideologica preminenza dei diritti degli italiani puri, dei maschi puri, dei padani puri ci costruisce le proprie fortune.
Ed ecco perché, venuta in possesso la Lega del testo di Fedez, ha provato – da “editore” della Rai in quanto partito al governo che ha per giunta espresso il presidente Foa – un’azione di moral suasion per interposta persona nei confronti dell’artista.
Tornando al DDL Zan: come potete pensare che alla destra non possa dare fastidio una disposizione come la seguente?
“Art. 7
1. La Repubblica riconosce il giorno 17 maggio quale Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale
e dall’identità di genere, in attuazione dei princìpi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione.
3. In occasione della Giornata nazionalecontro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile per la realizzazione delle finalità di cui al comma 1.
Le scuole, nel rispetto del piano triennale dell’offerta formativa di cui al comma 16 dell’articolo 1 della legge 13 luglio 2015, n. 107, e del patto educativo di corresponsabilità, nonché le altre amministrazioni pubbliche provvedono alle attività di cui al precedente periodo compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente e,
comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”.

Promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione, il contrasto dei pregiudizi, il tutto organizzato sistematicamente attraverso percorsi nelle scuole, non può che essere percepito come una minaccia per i Pillon d’Italia. Insegnare la tolleranza, infatti, è da considerare qualcosa di opposto e contrario rispetto all’intolleranza divulgata dagli ultracattolici ossessionati dalla famiglia del Mulino Bianco.

Se a questo ci si aggiunge che l’Art. 4 del DDL Zan che si intitola “Pluralismo delle idee e libertà delle scelte” (già l’intestazione della disposizione normativa si presenta indigesta per taluni) statuisce che “Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”, così profilando imputazioni nei casi di commissione di “atti discriminatori” che rappresentano un po’ il foraggio delle destre, allora è comprensibile l’ostracismo applicato, che è lo stesso registrato per lo Ius Soli e per ogni forma di progressismo civico. Perché diverso è bello, ma la discriminazione del diverso è più bella perché più remunerativa elettoralmente.