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La sentenza su Riccardo Rossi è stata già emessa
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La sentenza su Riccardo Rossi è stata già emessa

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BRINDISI – La giustizia farà il suo corso e chiarirà se le pressioni del sindaco sul dirigente fossero indebite tanto da integrare un reato penale. Nella commissione d’indagine consiliare, va detto, il dirigente Simeone avrebbe negato che il sindaco l’abbia minacciato direttamente di trasferirlo altrove e queste pressioni, invece, sarebbero arrivate all’orecchio del dirigente per interposta persona o tramite la stampa.

Al contempo si ravvisano eccome, nelle dichiarazioni pubbliche e addirittura nelle delibere, frasi fortemente aggressive nei confronti del dirigente, con il quale sarebbe venuto meno il rapporto fiduciario (da quando un dirigente deve abbandonare la sua autonomia per conquistare la fiducia del politico di turno?) e sarebbe venuto meno un rapporto di leale collaborazione (!).

Quello che invece può essere già valutato è il merito politico, e lì esiste una sentenza. La emise il commissario ad acta chiamato dallo stesso sindaco Rossi come arbitro, e il responso fu favorevole alle tesi del dirigente Simeone e dell’ex assessore D’Errico. È cronaca. Ed è configurabile a tutti gli effetti come una sentenza di censura politica per l’operato dell’Amministrazione sulle questioni finanziarie controverse. Purtroppo, ogni volta che il sindaco ha voluto alzare la posta, è caduto rovinosamente, portandosi giù la città.

È accaduto nello scontro allucinante con l’Autorità portuale.

È accaduto nello scontro con il dirigente ai Servizi Finanziari e sulle scelte compiute – a dire di Simeone – valicando i confini del Piano di riequilibrio pluriennale. Piano nel quale rientrava ad esempio l’abbattimento dei costi della politica, che invece restano sempre alti, troppo alti per un Comune in predissesto e in deficit strutturale che non potrebbe permettersi due consiglieri del partito di maggioranza relativa al massimo del compenso possibile, una Giunta a pieno regime e uno staff con due persone.

Per dirne qualcun’altra: le Farmacie comunali non sono ancora state vendute (per fortuna che il dirigente non ha fatto inserire la vendita come già avvenuta nel bilancio di previsione) e l’internalizzazione della riscossione volontaria dei tributi è stata nuovamente esternalizzata, seppure nella delibera si attribuisca la responsabilità al Ministero che non avrebbe risposto alle domande sulla possibilità di assumere personale ad hoc, quando invece dal Comune ci risulta che non siano state fornite tempestivamente tutte le opportune integrazioni richieste da Roma.

Ancora: è accaduto e sta accadendo sul fronte Eni Versalis.

Ecco, per questo e tantissimo altro ancora il Sindaco dovrebbe forse fare un passo indietro, non certo per un ipotetico rinvio a giudizio su una vicenda che non intacca l’onestà della persona ma intacca eccome la valutazione sulla sua capacità politica e gestionale di una città complessa come Brindisi.