BRINDISI – Doveva essere l’amministrazione del cambiamento, sta diventando la solita amministrazione degli ‘scangiargento’. Lo diciamo da tempo con sofferenza e delusione.
Un assessorato a questo, una poltrona a quello e si va avanti barattando la città come fosse un mercato delle vacche.
In tutto questo terribile teatrino della città non frega più nulla a nessuno, viaggia alla deriva. Lavoro, giovani, cassa integrazione, povertà, Covid, completamente assenti da interessi e iniziative.
Avevamo apprezzato il programma presentato dall’assemblea del PD, finalmente un lampo di luce, ma anche questo offuscato dai prioritari traffici di poltrone di Sindaco e Segretario.
Emblematico quanto sta accadendo a Parco Bove, anni per effettuare un allaccio, rimpallo di responsabilità, nessuno in grado di prendere la situazione in mano e la gente rimane senza tetto pur essendoci le case pronte da mesi. Che dire poi di quanto segnalato dai sempre puntuali consiglieri del Movimento 5 stelle che stanno dimostrando una grande sensibilità ai problemi ed equilibrio nelle posizioni. L’inerzia della amministrazione sta bloccando anche i lavori in aeroporto con Sindaco e Vicesindaco impegnati a garantire solo la propria sopravvivenza.
Langue negli uffici comunali da settembre anche la gara per la redazione dei piani di mobilità sostenibile. La pianificazione dovrebbe essere propedeutica a qualsiasi attività ma in città siamo artisti, siamo abituati ad andare avanti come viene, considerando la pianificazione roba da dilettanti. Nel frattempo il Vicesindaco sbandiera l’ottenimento di finanziamenti per realizzare piste ciclabili, come chi compra i mobili prima di sapere in che casa deve andare a vivere. Tanto paga sempre Pantalone.
Parrebbe incredibile a dirsi, ma questi signori sono stati eletti e nominati per occuparsi della città, sbandierando che sarebbe stata un’altra storia.
Che spettacolo triste, sembra che assistiamo ad una sorta di tragedia greca in cui Rossi si sente il deus ex machina su ogni argomento, rifiutando il confronto con la città. Se qualcuno avesse fatto studi classici saprebbe che la tragedia non si chiude mai come se nulla fosse, c’è un prezzo da pagare in termini morali. Un dazio pesante per tutti i cittadini, per chi ci aveva creduto nel cambiamento proposto da questi nuovi ‘fazzulittari’ ma di cotone puro al 100% (non sia mai roba sintetica) ed è rimasto deluso per l’ennesima volta e per chi sapeva già come sarebbe andata a finire e non ha avuto altro che conferme. Un dazio pesante per la sinistra, che ha sprecato una occasione irripetibile.
La città muore di inerzia ed il mercato delle vacche a cui si è assistito ha del surreale.
Dopo serrate contrattazioni sappiamo che avremo due nuovi assessori al prezzo di uno con una suddivisione di deleghe e di incarichi contraddittori che aumenteranno confusione e deresponsabilizzazione.
Il Sindaco, da sempre in evidente difficoltà coi numeri dei bilanci, è andato a pescare un ennesimo fuoriclasse da fuori città e per di più gratis. Saponaro, politico di lungo corso e laurea in filosofia, è stato preso ai saldi per aiutare nei conti l’ingegnere. Pare che i pallottolieri ad Ostuni li sappiano fare meglio che a Brindisi, un po’ come i fischietti, e poi a questo prezzo ci si libera un’altra poltrona fresca fresca per il PD! Un plusvalore non da poco.
Come un novello Federico II, Riccardo Rossi provoca una fuga di cervelli al contrario, verso Brindisi, da altre località della Puglia. In realtà gente a fine carriera satolla di incarichi ma sempre a disposizione di sistemi di potere che si aggirano attorno alle istituzioni regionali e locali. Staremo a vedere….
L’apporto di Borri, uno dei fuoriclasse chiamato direttamente da Rossi, non ha dato gli effetti sperati. Sul Pug si è lavorato a vuoto per oltre due anni perché si sono dimenticati di fare preventivamente un atto di indirizzo politico alla redazione del documento. Quindi tutto da rifare, un po’ come se uno decidesse data di matrimonio, invitati e ristorante, bomboniere e fotografo, ma si dimenticasse preventivamente di chiedere alla fortunata se volesse sposarsi o meno. Scongiurata comunque l’assegnazione dell’assessorato al principe dei confusionari e segretario del PD, è rimasto il professore alla guida dell’urbanistica, si spera che si riesca per lo meno a creare le basi affinchè in un prossimo futuro questo documento di pianificazione, vitale per lo sviluppo, possa venire alla luce.
Perché altrimenti ci sarebbe da pensare che uno che perdesse tempo e facesse perdere tempo per cinque anni all’urbanistica poteva essere il Sindaco stesso, risparmiando il costo di un assessore.
E’ stato annunciato anche il ritorno di Covolo. Al prodigio di Terlizzi , adottivo di San Vito, sembra sia stato ritagliato un ruolo indefinito, nel senso che c’è ma non si vede. Tra Rossi e lui un grande amore, poco corrisposto da Covolo a dire il vero, molto più interessato a curare le sue ambizioni e i suoi “giri” attorno a Palazzo Guerrieri”. Come gli innamorati che si lasciano per un tradimento e dopo un po’ decidono di tornare a parlarsi, ci si incontra ma senza instaurare un rapporto serio da subito, per evitare le dicerie del paese. Al limite si utilizzano “foglie di fico” per coprirsi dalla vergogna ma per continuate occupare posti di potere e di assessorato ricorrendo a fastidiosi inglesismi.
All’8 aprile come ciliegia sulla torta pare che verrà proposta l’annunciata presidenza del consorzio ASI all’avv. Rina, che con l’industria c’entra come i cavoli a merenda. Sembra godere assieme al suo socio di studio di credito professionale illimitato presso il nostro Sindaco tanto che solo nei primi mesi di quest’anno il loro studio ha ricevuto un incarico presso l’Ente stesso in cui Rossi è socio di maggioranza ed uno dalla Provincia di Brindisi di cui il nostro Sindaco è Presidente. Incarichi pubblici che si aggiungono ai tanti di cui i due soci godono.
E’ preoccupante, siamo seriamente preoccupati di essere finiti in mano a questi fenomeni. L’industria è scomparsa dagli obiettivi di questa amministrazione, come se in città non fosse mai esistita o se esistita, è stato solo per fare danni. Per non parlare dell’agricoltura che è si campagna ma è anche produzione, economia. Basta leggere il DPP (Documento di Programmazione Preliminare) che viene posto in discussione già vecchio sul nascere. L’industria non rappresenta una occasione di lavoro e di sviluppo, rappresenta un male da debellare e possibilmente da dimenticare.
Il green non è l’ottimizzazione dei processi, la compatibilità ambientale delle produzioni, ma la creazione di prati e foreste. Si tratta di un documento visibilmente creato da chi non sappia cosa è il lavoro. Gente che vagheggia senza avere contezza della realtà e dei problemi, con lo stipendio garantito.
Nel documento di programmazione pur essendo datato febbraio 2021, la pandemia non è mai esistita e soprattutto non si tiene conto degli sconvolgimenti del pianeta in generale e del nostro paese in particolare avvenuti nell’ultimo anno. La città del post Covid non c’è.
Mentre al governo ci si affida per il rilancio, alla digitalizzazione, alla transizione energetica e a scienziati e manager, qui ci si affida agli avvocati specializzati in occupazione poltrone. Game Over.
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