Il centrodestra non ha un candidato pronto, Oggiano si è fatto pubblicità e Amati non vuole fare il regista: ecco perché Rossi non è caduto
BRINDISI – Le beghe interne al centrodestra non hanno consentito di ottenere il minimo sindacale, ovvero apporre le 13 firme necessarie per presentare la mozione di sfiducia al Sindaco. Ma il risultato finale, ovvero la caduta di Rossi previo accordo tra 17 consiglieri (dal notaio o in Consiglio non cambia molto nella sostanza, soprattutto dopo aver visto in passato Rossi rincorrere Luperti nella sua auto per convincerlo ad apporre la propria firma per sfiduciare il Sindaco Carluccio), non poteva avvenire senza qualcuno che facesse da regista sull’altra sponda, e questo non poteva che essere Fabiano Amati.
Il centrodestra, infatti, è vero che si è spaccato perché esistono problemi interni legati a gelosie/antipatie e soprattutto perché l’ipotesi di voto a ottobre avrebbe trovato impreparata la coalizione (mancano le condizioni per fare sintesi su un candidato spendibile e in questo vuoto il timore era che prevalesse la figura di Massimiliano Oggiano, pertanto non aspettiamoci una grande opposizione dal centrodestra fino al 2023). È vero anche che il capogruppo di FdI è partito in quarta con l’iniziativa di sfiduciare Rossi quando ancora non erano stati presi contatti con i maldipancisti della maggioranza, con ciò inficiando l’operazione stessa, che avrebbe avuto bisogno di fari spenti e che invece ha attirato troppi riflettori, con Lega, Fi e Idea che sospettano che Oggiano abbia solo voluto farsi pubblicità.
Però è vero anche che per convincere i maldipancisti a mandare a casa Rossi (e anche Cannalire) c’era bisogno di un’alternativa già pronta, di un garante dell’operazione. E questo, essendo i maldipancisti perlopiù “simpatizzanti” di Amati, poteva essere solo il Consigliere regionale, per capacità e leadership. E invece la meritoria azione politica di Amati rischia di infrangersi davanti al suo disinteresse per le dinamiche politiche brindisine.
Ora, non vogliamo di certo insegnare la politica a un signor Politico come Amati, però emerge in maniera evidente una contraddizione. Il Consigliere regionale fasanese, che sta incidendo parecchio sul dibattito cittadino attorno a tematiche di grande importanza (ed in alcuni casi anche sulla loro soluzione), davanti al muro di gomma rappresentato da Rossi, da BBC e da Cannalire non può pretendere solo di fare del ‘think tank’. In politica non si può entrare nella palude dei drammi delle persone senza passare dalla palude delle dinamiche politiche. Amati sa bene che le idee, le visioni camminano sulle gambe delle persone e se davvero può fare affidamento su alcuni consiglieri comunali di riferimento e se davvero vuole incidere sul futuro di Brindisi, non può disinteressarsi, scocciarsi di queste dinamiche, perché solo attraverso l’azione dei rappresentanti istituzionali si può cambiare la storia. E questi hanno bisogno di una leadership. Altrimenti resta solo un parlarsi addosso fine a se stesso. E sarebbe un peccato, data l’eccellente semina.