Il MoVimento del condono. Ma condonare è di destra o di sinistra? E l’onestah?
BRINDISI – I condoni sono di sinistra o di destra? Domanda difficile per la quale forse non esiste una risposta. La più corretta è: dipende. Perché se parliamo di abusivismi edilizi, la sinistra del progressismo ambientalista non accetterà mai di riconoscere legittimità a termini come “abusivismo di necessità” ed è probabile che parteggi piuttosto per la ruspa. Anche perché quel termine, abusivismo di necessità, sa tanto di presa in giro.
Esiste un’altra sinistra, però, meno legalitaria e più sociale, che professa la vicinanza agli ultimi e la necessità di conservare il diritto ad abitare nella propria casa. Ad ogni costo. Perché altrimenti quelle famiglie vanno a finire in mezzo a una strada.
Il M5S, se davvero dobbiamo inserirlo nel campo progressista, rientra allora in questo secondo gruppo. L’approccio dei grillini sul tema si è misurato su vicende come quelle inerenti i casi di abusivismo diffuso registratisi nei comuni di Bagheria o di Ischia; il favore del M5S per i condoni edilizi è a prova di bomba. E l”onestah’? Al prossimo giro. Prima gli italiani di necessità.
L’attrazione del M5S verso i condoni, però, si è confermato anche per quelli fiscali. Le richieste della Lega e di FI al premier Draghi, infatti, hanno trovato sponda nei grillini. PD e Leu, invece, hanno assunto posizioni meno lasche verso i piccoli evasori.
Anche in questo caso: il condono fiscale è di destra o di sinistra? Dipende. Per come è stato impostato, ovvero indirizzato a soggetti con redditi entro i 30.000 euro e per cifre contenute entro i 5.000 euro, si potrebbe dire che è una misura pensata per il ceto medio-basso. Ma questi limiti li ha determinati la sinistra e Draghi. Che in origine erano contrari tout court a questo condono. Fosse stato per la destra e il M5S, invece, sarebbero stati molto meno stringenti. Anche in questo caso torna la domanda: e l”onestah’?
Il perseguimento della legalità, insomma, è di destra o di sinistra?
Davanti a queste vicende, più che destra o sinistra, la discriminante più corretta da utilizzare sembra quella in voga fino a pochi giorni prima dell’insediamento di Draghi, ovvero populisti vs progressisti. Ecco, siamo proprio sicuri che il M5S faccia parte del campo dei progressisti e non di quello dei populisti?
Il nuovo segretario del PD Enrico Letta si sta interrogando ad alta voce su questo dilemma, marcando il territorio con l’accentuazione di colorature che la sinistra detiene nel suo patrimonio ma che una gestione anemica ha portato a sbiadirsi nel corso degli ultimi anni. Ecco perché rilanciare temi come lo Ius Soli (che storicamente non piace ai ‘progressisti’ grillini) e il contrasto all’evasione, anche attraverso il rifiuto dei condoni, somiglia tanto a una mossa per stanare gli alleati concepiti da quel leghista della prima ora di Gianroberto Casaleggio. A Conte spetterà la risposta. Sempre che piacerà all’anima del MoVimento.