Fallito il matrimonio con BBC: il PD pensa già al domani con il M5S. Nell’immediato vuole la testa di Borri

BRINDISI – Non sarà Riccardo Rossi il candidato Sindaco che il PD sosterrà tra due anni. Oramai il partito è già mentalizzato sull’accordo con il M5S (nel frattempo si proverà ancora a forzare l’ingresso immediato dei grillini in maggioranza), ritenuto decisamente più affidabile e affine – soprattutto quello brindisino capeggiato dallo stimatissimo Serra – rispetto a Brindisi Bene Comune. Tutto sta a capire come arriveranno il PD e l’Amministrazione comunale tra due anni. E soprattutto la città. Come detto già in altre occasioni, la base del PD è profondamente scontenta del matrimonio con Rossi e il suo movimento, definiti arroganti, iperambientalisti, incapaci di ascolto. C’è chi vorrebbe un divorzio immediato ma ci sono finanziamenti da gestire e interessi particolari in ballo che fanno propendere l’ala governativa del PD a turarsi il naso e vivacchiare fino al 2023. D’altronde è cosciente anche il Sindaco che la parola d’ordine è galleggiare. Troppe le divergenze tra le parti per assumere decisioni strategiche, decisive per il futuro della città.

Per provare a realizzare un paio di punti programmatici nei restanti due anni, però, il PD ritiene condizione ineludibile quella di sostituire l’Assessore all’Urbanistica Dino Borri. Come se bastasse questo per cancellare con un colpo di spugna una incompatibilità con il Sindaco e una crisi di fiducia oramai acclarata.

E sempre nell’immediato ci sarà l’appuntamento con il congresso del PD, che potrebbe vedere un assalto alla segreteria da parte di Left e di quella parte di ex democratici in collisione con la linea del segretario Cannalire. Tutte partite all’interno della partita che il PD ha già perso con gli elettori. Ancora una volta.