Il Sindaco lancia Brindisi nel futuro: “Dovremo sviluppare tecnologie, non solo utilizzarle. La transizione non devono pagarla i lavoratori”. Enel pronta a presentare il suo progetto. E si punta su ingegneria ambientale e Cittadella
BRINDISI – In occasione del webinar organizzato dal Ditne con tema la decarbonizzazione, il Sindaco Rossi, alla presenza dei rappresentanti delle multinazioni insediate in città, ha espressamente richiesto che la transizione in atto non venga pagata dai lavoratori. Il Sindaco ha tracciato il sentiero attraverso il quale Brindisi potrà governare il processo in atto, utilizzandolo come occasione per un new deal.
La città, ha spiegato Rossi, deve puntare sulla conoscenza affinché possa sviluppare tecnologie, non solo utilizzarle. Ecco allora l’importanza della Cittadella della Ricerca, che Ditne, Regione e Comune vedono come un acceleratore di imprese, di start up nel campo dell’innovazione tecnologica, come un centro di ricerca per la decarbonizzazione, per l’economia circolare e per l’idrogeno. La conoscenza è potere. Anche e soprattutto economico. Non a caso accanto ai progetti sulla Cittadella si sviluppa l’idea di accogliere a Brindisi un corso universitario in ingegneria ambientale.
E poi, nel futuro che Rossi vede per Brindisi, c’è la logistica, con Enel che riconvertirà a tale scopo le sue aree, trasformate per l’occasione in zone franche dove attrarre imprese manifatturiere. Che magari potranno produrre componentistica per le nuove fonti di energia rinnovabile.
I rappresentanti delle multinazioni, dal canto loro, hanno fatto sapere nei loro interventi che permane l’interesse a investire su Brindisi, con Enel che tramite Enel Logistics è pronta a presentare il progetto della zona franca doganale con la volontà dichiarata di non lasciare indietro nessun lavoratore.
Con A2A che del piano industriale da 11 miliardi vuole destinare una fetta rilevante a Brindisi, purché ci sia consenso diffuso in città, sintonia con la politica regionale e cittadina e autorizzazioni veloci. E anche Eni, oltre agli investimenti della nuova cabina elettrica e della torcia a terra che realizzerà quest’anno, ha preannunciato che riproporrà il progetto di un impianto fotovoltaico su terreni ASI dopo lo stop del progetto di un grande parco fotovoltaico sul bacino idrico, fallito per via dell’incompatibilità con il Pptr regionale.
Più focalizzati sulla possibilità di trasformare Brindisi in una hydrogen valley sono sembrati sindacati e associazioni di categoria, e di proposte di investimento, al riguardo, ce ne sono già tante. Tutte al momento bloccate dal solito Pptr regionale.
C’è un futuro per Brindisi. Chissà che la città questa volta non lo sappia afferrare.