Dura nota dei sindacati sullo scontro circa le sfiammate nel petrolchimico
BRINDISI – Facile dare immediatamente fiato alle trombe ogni qualvolta accade qualcosa di diverso in Città, specie quando non si ha conoscenza dei fatti né competenza in materia, senza preoccuparsi di darne la corretta versione, ma con il solo scopo di alimentare divisioni come se il “Vero” a Brindisi è di solo appannaggio di pochi individui molto rumorosi, irrispettosi di tutto e di tutti, che si ergono a portavoce del bene totale.
A questo si aggiunge un sistema informativo anch’esso un po’ atipico, in cui diversi (non tutti per fortuna) prediligono lo scoop e il sensazionalismo alla constatazione dei fatti, in barba a quanto solo pochissimi giorni fa Papa Francesco prima e il Vescovo Caliandro poi hanno richiamato al proprio ruolo i Giornalisti invitandoli a ricercare, verificare e raccontare la Verità, in occasione della festa del loro patrono San Francesco da Sales.
Succede quindi che uno sparuto movimento senza attendere di conoscere cosa ha recato il blocco generale dello stabilimento petrolchimico, proclamano dictat e peggio ancora ardiscono di sapere cosa accade all’interno dello stabilimento, indirizzando l’opinione pubblica verso false attestazioni.
Come si può dichiarare che Versalis non investe, se proprio per rispetto della cittadinanza e per richiesta dell’Amministrazione sta ultimando un ingente investimento di circa 25 MLN di € per la Torcia a Terra, tra l’altro improduttivo e soltanto complementare alle classiche torce petrolifere, oltre al fatto che proprio l’ultimo disservizio è avvenuto in seguito all’investimento di oltre 10 MLN di € da parte di Enipower per il nuovo elettrodotto a 380Kv e la nuova rete di distribuzione interna?
Per ultimo, va ricordato, per l’ennesima volta, che qui a Brindisi ci sono gli ultimi impianti installati in Italia, ed è facile affermare che, visto l’attuale clima, difficilmente troveremo nuovi soggetti disponibili ad investire alla stessa stregua in futuro, vedi tutte le realtà industriali fatte scappare per non aver concesso loro aree ed autorizzazioni.
Ci meraviglia, ma non troppo ormai, che da un lato si accusa l’Azienda di poca comunicazione mentre dall’altro un’agenzia di stampa AGI non riesce a trovare la corretta collocazione anche temporale, per fortuna non in tutti gli organi di stampa locali, di un comunicato Eni sulla vicenda accaduta.
La prima domanda da porsi a questo punto è “come può un semplice cittadino farsi un LIBERO pensiero sulla presenza industriale, se ciò che può leggere è solo e soltanto una unica versione dei fatti?” E se a questo si aggiunge che non appena nasce un contraddittorio il dialogo sociale sfocia in lotta tra tifoserie da stadio? Crediamo sia davvero difficile poter riuscire a costruire un sistema territoriale coeso sui temi dell’Ambiente, della Salute, dell’Economia, del Lavoro e della Socialità.
Vi informiamo, visto che nessuno mai se ne preoccupa, che la grande professionalità dei Dipendenti delle varie Aziende, ha permesso che anche in tale occasione di emergenza NESSUN Lavoratore Diretto o Contrattista abbia subito alcun danno, e che Tutti hanno operato al fine di garantire al massimo la sicurezza impiantistica oltre che a limitare il più possibile l’utilizzo dei sistemi di emergenza attivando tutte le procedure di sicurezza previste per l’occasione. Per qualcuno dovrebbe essere una questione scontata, per Noi invece anche la Salute dei Dipendenti dello Stabilimento sta a cuore!
Tornando a quanto accaduto giovedì scorso è opportuno chiarire subito che Versalis, Basell, Chemgas e la stessa Enipower HANNO SUBITO, e non hanno causato, un blocco degli impianti, durante le operazioni di collegamento del nuovo elettrodotto con la sottostazione TERNA, che ha determinato una interruzione dell’alimentazione elettrica dalla rete nazionale, ripristinata nel giro di 10 minuti.
E’ paradossale che l’implementazione di un ulteriore sistema di sicurezza che dovrà aumentare l’affidabilità delle rete elettrica interna ha invece recato maggiore danno con conseguenze produttive, economiche, di emissioni e soprattutto sociali ancora da quantificare, ma purtroppo pur non essendo voluto da alcuno, e pur non essendoci stato un errore umano, è ciò che è accaduto.
Di certo può succedere che l’inserimento di un nuovo sistema può determinare delle criticità, specie se in coordinamento tra due diverse realtà industriali, Enipower e Terna, e non a caso vi era anche la presenza dei tecnici della società Costruttrice del sistema di protezione e controllo, ma qualcosa nella logica del sistema non ha funzionato come avrebbe dovuto e il collegamento con la rete nazionale non è andata a buon fine.
Ovviamente questo non può essere uno scarico di responsabilità né tantomeno un alibi. Per quanto ci riguarda denotiamo comunque una sottovalutazione delle conseguenze che un inserimento di interruttori, avvenuto senza alcuna conseguenza negativa chissà quante altre volte nel corso dei mesi e degli anni, avrebbe potuto essere programmato e gestito con più attenzione e un maggior coordinamento tra le società coinsediate, adottando tutte le azioni necessarie ad evitare le conseguenze che invece si sono determinate.
Dal canto nostro riteniamo assurdo dover essere vittime di un Blocco imprevisto, dover ripristinare le apparecchiature, verificare i danni e riavviare gli impianti dopo i necessari interventi manutentivi, e in tutto questo marasma dover riprendere le solite questioni relative agli impatti ambientali, alla determinazione dei dati, alle implementazioni di monitoraggio che solo e soltanto quando si accende il faro sui blocchi l’Amministrazione Comunale si ricorda puntualmente di evidenziare.
Infatti dopo aver raccolto tutte le disponibilità da parte di Eni, lo scorso giugno 2020, il Primo Cittadino oggi avrebbe dovuto semplicemente rendere conto di quanto accaduto, analizzando semplicemente dei dati analitici e invece non avendo fatto nulla da allora ad oggi ci ritroviamo di fronte ad una nuova contrapposizione e ad una nuova caccia alle streghe, sottacendo anche le proprie responsabilità.
Condividiamo la definizione di un percorso chiaro ed inequivocabile, che definisca quanto accaduto e restituisca immediatamente dati emissivi certi, al fine di rendere realmente edotta tutta la cittadinanza su quanto accade ogni qualvolta un disservizio interviene nello stabilimento petrolchimico, ma per fare ciò oltre alla volontà aziendale ad effettuare investimenti mirati ed atti a ciò, già confermata nel processo politico/amministrativo e mediatico a cui fu sottoposta lo scorso giugno 2020, occorre la reale volontà del Comune e degli Enti nel predisporre le necessarie autorizzazioni e le richieste necessarie di monitoraggio, ancora in attesa di essere conosciute da parte aziendale.
Le scriventi Segreterie Territoriali di Femca Cisl, Uiltec Uil, Ugl Chimici e Cisal di Brindisi, sperano e auspicano che nell’ennesimo incontro tra il Sindaco e le aziende del Petrolchimico, ancora una volta senza il coinvolgimento dei Rappresentanti dei Lavoratori, tale intenzioni, minacce e proclami trovino una definitiva soluzione e che si possano leggere in modo scevro da ogni interpretazione politica di sorta le notizie come quelle di solo due giorni fa che ribadiscono che dal 2015 ad oggi a Brindisi non vi sono mai stati sforamenti dei limiti imposti dalla legge di emissioni di PM10 ad eccezione di alcuni casi delle sole centraline di Torchiarolo. Merito anche della grande attenzione che le Aziende del Petrolchimico, con Versalis in testa, pongono sui temi ambientali, checché se ne possa dire.
Le Segreterie Territoriali
FEMCA CISL UILTEC UIL UGL Chimici Cisal Chimici
(Emiliano GIANNOCCARO) (Carlo PERRUCCI) (Ilario D’AMATO) (Massimo PAGLIARA)