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Marilù Mastrogiovanni nominata presidente della giuria Unesco
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Marilù Mastrogiovanni nominata presidente della giuria Unesco

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Vi do una grande notizia che ha dell’incredibile!

La direttrice generale di Unesco Audrey Azoulay mi ha nominata “Chair” (Presidente) della giuria che assegna il World press freedom prize “Guillermo Cano” di Unesco, il premio mondiale per la libertà di stampa assegnato ogni anno ad un/una giornalista che si è distinto per il suo impegno al servizio della libertà di stampa e d’espressione.

Leggi qui: https://en.unesco.org/news/two-leading-women-journalists-join-2021-jury-unescoguillermo-cano-world-press-freedom-prize

Già da due anni presto servizio come componente della giuria composta da sei giornalisti indipendenti provenienti dai vari Continenti, giornalisti scelti motu proprio dalla direttrice di Unesco. Ho lavorato con entusiasmo e confronto franco con colleghi e colleghe provenienti da tutto il mondo. Già questo è stato un sogno ad occhi aperti.

E ora arriva questa nomina che per me è un grande onore e una grande responsabilità.

Quando mi hanno chiamato nel novembre scorso non ci credevo: pensavo di aver capito male (la persona che mi ha chiamata parlava uno splendido inglese con forte accento brasiliano) e dunque ho aspettato la lettera d’incarico, che è arrivata poco dopo capodanno.

Poi la notizia è stata a lungo sotto embargo fino a che non è stata comunicata ufficialmente da Unesco.

Dunque eccomi qui: sono proprio io, “la Marilù”, la Presidente della giuria del premio mondiale per la libertà di stampa assegnato da Unesco.

Sono proprio io, quella che ha fondato nel 2003 il Tacco d’Italia, e poi una piccola casa editrice, e poi la cooperativa di giornaliste e giornalisti IdeaDinamica, e poi il Forum delle Giornaliste del Mediterraneo (giunto alla sesta edizione), e poi è entrata nel board del Master in Giornalismo dell’Università di Bari, vincendo anche un concorso per Docente a contratto in “Ufficio stampa e media relations” presso il corso di Laurea magistrale in “Comunicazione politica sociale e d’impresa” di UNIBA.

Un passo avanti l’altro, inciampando, cadendo e rialzandomi, sempre.

Tenendo lo sguardo fisso sull’obiettivo: svolgere questa professione totalmente libera, padrona di me stessa, con un unico editore: le lettrici e i lettori che credono in questo modo di fare informazione.

Migliaia di volte mi sono chiesta se questa mia tenacia non fosse vanità, se l’umiltà e il dubbio di cui deve farsi mantello una giornalista, non avrebbero dovuto indurmi a retrocedere, a fermarmi, ad ammettere che così, in Italia, non si può fare giornalismo.

Ma non l’ho mai fatto.

Spesso però ho dovuto rallentare, perché le tante azioni giudiziarie non mi davano tregua. E non potevo scrivere perché dovevo difendermi e tutto il mio tempo era occupato a scrivere memorie e a mettere in ordine le carte o cercarne di nuove, o a rispondere agli interrogatori degli inquirenti. Ho rallentato, ma non mi sono fermata.

Ora invece è il tempo di accelerare.

Ora è il tempo della raccolta.

Nella giuria c’è una nuova componente, la collega Zainab Salbi (Iraq), che fin da giovanissima ha fatto grandi cose per l’informazione e le donne. Lei è una visionaria. Amo chi ha capacità di immaginare e poi si rimbocca le maniche per far diventare quelle visioni un pezzo di realtà.

Lavorerò gomito a gomito con Zianab Salbi e con:

  • David Dembele (Mali),
  • Wendy Funes (Honduras),
  • Hamid Mir (Pakistan),
  • Alfred Lela (Albania).

Davvero una bella squadra, al servizio dell’articolo 19 della dichiarazione universale dei diritti umani, il diritto alla libertà di espressione, di informazione e di conoscenza.

Nella mia regione, la Puglia e il Salento in particolare, l’informazione libera è sempre stata vissuta come una minaccia da poteri territoriali, politici, criminali e mafiosi, quindi essere presidente può aiutarmi ad aprire un dibattito costruttivo, anche on line sul ruolo del giornalismo come strumento chiave per la democrazia, dunque per la pace.

Per la prima volta nella storia un/una italiana è chiamata a ricoprire il ruolo di presidente della giuria di Unesco: consideratemi, come sempre, al vostro servizio per portare la vostra voce più in alto che posso.

Marilù Mastrogiovanni