BRINDISI – La non facile soluzione di un paradosso normativo in tema di sanatoria dell’abusivismo edilizio e ristori al territorio interessato dalla connessione tra il gasdotto trans-adriatico e la rete Snam preesistente. Sono gli argomenti al centro dei lavori della quinta Commissione permanente (ambiente) del Consiglio regionale pugliese, nelle audizioni chieste dal consigliere Fabiano Amati sui nodi urbanistici che condizionano allacci alle reti idrica e fognaria nei quartieri Torre Rossa, Sant’Elia e Montenegro di Brindisi e su opere di compensazione, sempre nella frazione Torre Rossa, dell’impatto idrologico della pipeline d’interconnessione tra le reti gas Tap e Snam.
Nel corso della seduta, convocata dal presidente dell’organismo consiliare Francesco Paolo Campo, alla quale ha partecipato l’assessore regionale all’ambiente Anna Grazia Maraschio, sul primo punto all’ordine del giorno sono stati sentiti il sindaco di Brindisi Riccardo Rossi, dirigenti dell’AQP e rappresentanti dei Comitati cittadini dei rioni interessati. Argomento: la proposta di legge presentata dallo stesso Amati, sottoscritta dai Consiglieri Vizzino e Leoci, “Piano di recupero in variante definitivamente approvati. Norme per la definizione delle pratiche edilizie”.
Amati ha fatto il punto: cinquanta famiglie, circa mille persone, seicento pratiche di condono edilizio in sanatoria. L’intervento legislativo consentirebbe di superare un problema formale, perché in mancanza di un’iniziativa normativa e pur in presenza di un piano di recupero approvato dalla Regione nel 2005, per definire le pratiche i privati dovrebbero abbattere i volumi abusivi, ricostruendoli una volta conseguita la conformità.
I rappresentanti dei Comitati hanno ribadito la necessità di una norma, dopo un “silenzio di vent’anni della legge”. Il sindaco Rossi ha indicato i dettagli tecnici e la consistenza dei numeri: a Torre Rossa, nel rispetto del limite massimo del 20% di abusivismo sulla volumetria complessiva, sono in condizioni di sanabilità 15 delle 50 domande presentate e su 30 l’Amministrazione è in attesa di integrazioni da parte degli interessati. Aqp è pronta a operare gli allacci alle opere di urbanizzazione del servizio idrico integrato appena il Comune avrà fornito i certificati di conformità urbanistica.
Per l’assessore Maraschio, la norma non potrebbe incidere su quelle situazioni. Ha osservato che la Giunta regionale, pur non insensibile al problema, non può adottare una legge che porrebbe in essere un condono, materia di competenza esclusiva dello Stato regionale. L’intesa Stato-Regione del 2009 ha previsto peraltro il divieto assoluto di incentivi edilizi per gli edifici abusivi. Andranno cercate soluzioni concrete, sulle quali la Regione può poco, da qui la necessità di collaborare tutti ad individuare altri strumenti.
Dal capogruppo PD Filippo Caracciolo è venuto l’appello a compiere uno sforzo comune e ad operare un proposta del governo regionale per mediare tra un ostacolo legale e normativo ed una questione sociale e sanitaria.
Sul secondo argomento, l’audizione ha inteso verificare modifiche all’equilibrio idrologico della falda acquifera nell’area di Brindisi-Tuturano, in seguito ai lavori per la pipeline d’interconnessione del gasdotto Tap alla rete Snam.
Una relazione dell’Arpa con rilievi dettagliati, in risposta a richieste dell’Amministrazione locale, è stata trasmessa dal Comune ai Ministeri dell’ambiente e dello sviluppo. Snam (è intervenuto il project manager del progetto Andrea Castellaneta) ha confermato la disponibilità – già manifestata al Comitato di zona Torre Rossa – di ristorare il territorio con opere di urbanizzazione primaria sulla base di un progetto del Comune.
Il sindaco Rossi ha ribadito che la questione è all’attenzione di un tavolo con il Governo, al quale Snam potrà associarsi con proprie risorse.
Su mandato della società di san Donato Milanese, uno studio spin off del Politecnico di Bari sta predisponendo un’accurata indagine tecnica, geologica e idrogeologica, che il consigliere Amati si è riservato di portare appena disponibile all’attenzione della commissione consiliare, per verificare eventuali danni ambientali, il cui riequilibrio, ha detto, è posto a norma di legge a carico di chi li ha provocati.