Covolo può cambiare il corso della storia. Un anno fa il direttore del Cresme disse: “Una città può cambiare volto nel giro di tre anni”, proprio come Favara…
BRINDISI – Lorenzo Bellicini, direttore dello studio Cresme, indagine commissionata lo scorso anno dall’Ance di Brindisi che traccia un’impietosa fotografia della nostra città, tanto da prevedere per il 2036 una perdita demografica pari a circa 16.000 abitanti, intese lasciare comunque accesa una fiammella di speranza, asserendo che “Una città può cambiare volto nel giro di tre anni, ma per farlo serve un progetto di futuro condiviso e vi è bisogno della corresponsabilità della cittadinanza”.
Questa frase, proferita da Bellicini nel corso del convegno organizzato nel maggio del 2018 dall’Ance presso il teatro Verdi, risuona a distanza di 14 mesi particolarmente attuale. Roberto Covolo, infatti, sin dal suo insediamento a Brindisi ha voluto fortemente coinvolgere la cittadinanza nei processi di progettazione e di recupero di luoghi in disuso, in stato di degrado o marginali della città. Questo filo rosso è sugellato casualmente dall’incontro avvenuto nella giornata di ieri tra l’assessore e Andrea Bartoli, marito di Florinda Faieva, che proprio in quel convegno dello scorso anno venne a Brindisi per presentare il progetto che Farm Cultural Park ha portato avanti nel paesino siciliano di Favara. In 8 anni, grazie agli investimenti dei privati nel campo della rigenerazione urbana, Favara è passata da 0 a 100.000 turisti l’anno. Ciò, puntando sulle infrastrutture culturali, sulla formazione, sull’integrazione, modificando così l’immagine negativa della città determinata da eventi legati a episodi mafiosi e alle condizioni di degrado del Centro storico, culminate con il crollo di una palazzina. Il progetto illustrato, nonostante abbia incontrato ostacoli legati a sequestri poi rivelatisi infondati, viene portato avanti caparbiamente e si prefigge l’obiettivo di determinare un incremento demografico di 20.000 unità per i prossimi 30 anni.
Roberto Covolo, in un post pubblicato su Facebook qualche ora fa, ha scritto riferendosi a Bartoli: “Visita speciale in città. Oggi gliel’ho confessato: non ho nessun rimpianto nella vita, se non quello di non essere andato qualche anno fa a lavorare a Favara per FARM CULTURAL PARK, il progetto di rigenerazione urbana e culturale più potente d’Italia. Chissà!”.
Che sia l’inizio di una collaborazione con Farm Cultural Park? Chissà, ma il punto nodale è che la strada battuta dall’assessore alla Programmazione economica e allo Sviluppo va proprio in quella direzione, e la riapertura di Palazzo Guerrieri, con “l’inoculazione” di risorse umane attratte da fuori come l’ex responsabile dell’Innovazione del Comune di Milano Davide Agazzi, insieme alla trasformazione del convento di Santa Chiara in una casa della musica, al recupero in fieri dell’Ostello della Gioventù, alla candidatura di progetti come quello che prevede la trasformazione di Deposito catene in un parco urbano sul mare, alla rigenerazione urbana del Paradiso, alla candidatura di numerosi immobili a ospitare attività legate all’università e alla cultura, ai comitati di quartiere che vanno costituendosi e che provano a rivitalizzare luoghi come la Corazzata o il centro Buscicchio, al coinvolgimento dei giovani in progetti come “SuperBrindisi” (o come lo Yeahjasi! Brindisi Pop Fest), che troveranno sfogo proprio negli avvisi pubblici che vedranno come luogo di aggregazione e di accompagnamento Palazzo Guerrieri, rappresentano il frutto di un immane lavoro svolto in un anno, nonostante tutti i problemi di organico che scontano gli uffici comunali.
Ecco, se il ritmo impresso da Covolo dovesse restare costante e magari incrementare con l’individuazione del nuovo dirigente alla PeS economico e con la crescente partecipazione della cittadinanza, oltre che con la crescita del networking certosinamente intessuto da Covolo, allora davvero i tre anni preconizzati dal professor Bellicini potrebbero rappresentare un arco temporale realistico per riscrivere la storia, o parte di essa, di questa città.
Andrea Pezzuto