«Un cappello di paglia di Firenze», una comédie française nel giardino dell’ex Convento Santa Chiara
BRINDISI – «La Bella Stagione» è ancora all’insegna del teatro venerdì 26 luglio. In scena nel giardino dell’ex Convento Santa Chiara, con inizio alle ore 21 (ingresso libero), lo spettacolo teatrale «Un cappello di paglia di Firenze», in una versione riletta rispetto al recente debutto nel Teatro Verdi: la messa in scena è realizzata al momento con un gioco di improvvisazione in cui il regista, Maurizio Ciccolella, “chiama” i personaggi a costruire la situazione scenica richiesta. L’allestimento è un libero adattamento, curato dalla «Scuola Talìa», della farsa in cinque atti scritta da Eugène Labiche e Marc-Michel nel 1851.
Nello spettacolo ci sono tutti gli ingredienti della farsa: imbrogli, equivoci, colpi di scena, tragedie sfiorate, folli corse contro il tempo. La scena è Parigi, amorosamente citata nei nomi dei personaggi, delle strade, dei locali e che, per un gruppetto di provinciali sbalzati nella capitale a celebrare le nozze, appare come uno sconosciuto paradiso da esplorare.
«Lo spettacolo – ha detto Maurizio Ciccolella – vuole essere anche un omaggio a due grandi personaggi del teatro, entrambi impegnati in una versione dello stesso spettacolo nei Cinquanta. Gianfranco De Bosio, che curò la regia, è stato mio docente presso il Piccolo di Milano e il celebre attore Giustino Durano interpretava Fadinard, il protagonista. Fu proprio Giustino a parlarmi di quest’opera e il suo racconto è così vivo in me che ho voluto celebrare questo ricordo nella città che ha dato i natali ad entrambi, portandolo in scena a marzo al Verdi e riproponendolo nella rassegna estiva in una versione improntata al teatro dell’improvvisazione e quindi alla Commedia dell’Arte».
Lo spettacolo è messo in scena come un vaudeville in cui si canta. Isabella Prezioso al pianoforte esegue dal vivo e canta assieme ad altri allievi attori dei motivetti popolari del nostro canzoniere, rivisitati, così come fu in quella memorabile serata di 170 anni fa, quando «Un cappello di paglia di Firenze» andò in scena per la prima volta al Théâtre du Palais-Royal di Parigi. La pièce è una deliziosa commedia degli equivoci, uno spettacolo dai grandi tempi comici propri della Commedia dell’Arte, che negli anni è stato portato in scena dai più grandi nomi del teatro italiano e del quale sono state proposte anche tre versioni cinematografiche, due in Francia e una in Unione Sovietica, e addirittura un’opera lirica, un adattamento del compositore Nino Rota.
La commedia è uno dei tipici esempi di imbroglio alla francese, un insieme di situazioni in cui qualcuno è sempre in cerca di qualcosa che non riesce a trovare, se non pochi attimi prima che il sipario cali sulla scena; in questo caso, la vicenda – come anticipato dal titolo – ruota intorno a un cappello di paglia. È il giorno del matrimonio del giovane Fadinard, turbato da un inconveniente: il suo cavallo mangia il cappello di paglia di una giovane donna, Anaïs, impegnata in una tenera conversazione con un soldato. La coppia segue Fadinard fino a casa, rifiutandosi di andarsene fin quando non avrà avuto indietro un cappello identico. La ragazza, infatti, è sposata e il marito geloso sicuramente si insospettirebbe della scomparsa del copricapo. Fadinard, senza dire nulla ai componenti del corteo nuziale che lo segue, parte alla ricerca di un cappello di paglia; compito più complicato del previsto, che lo porta in luoghi inusuali, sempre seguito da un codazzo di parenti e amici. Il lieto fine, all’insegna della comicità, si materializza davanti alla casa del protagonista.
Regia Maurizio Ciccolella
Aiuto regia Sara Ercolani
con
Iacopo Cesaria, Antonio D’Andria, Andrea De Micco, Lorenzo De Simone, Valentina Di Noi, Teresa De Simone, Sara Ercolani, Lello Galasso, Valeria Galasso, Christian Mariano, Maria Martini, Ludovica Padula, Consuelo Pane, Benedetta Quistelli, Chiara Rossini, Valeria Rossini, Simone Serafini, Mattia Millerani Trapani, Milena Mezzina, Michele Paciulli, Isabella Prezioso.
Musiche eseguite dal vivo dalla musicista Isabella Prezioso