BRINDISI – Mi chiamo Natasha Dalo, madre di tre figli di cui una minorenne che convive attualmente con lei, una maggiorenne affetta da una grave malattia e un figlio grande disoccupato. A causa di vari problemi coniugali ho deciso di separarmi per tutelare la figlia minorenne, e consentirle di crescere in un’ambiente sano e pacifico.
Dal 2016 per ben due volte ho provato ad accedere e alla graduatoria delle case popolari facendo domanda per Emergenza Abitativa, ma non ho mai avuto risposta alle domande effettuate.
Nel settembre 2019, non potendo pagare l’affitto e le bollette, come tanti nella mia stessa situazione, ho sfondato la porta di una casa popolare vuota, e ho commesso un abuso per garantire un tetto ai miei figli.
Consapevole di dover gestire la situazione, ho dato incarico all’avvocato Gatti Claudio (Associazione Diritto alla casa, Brindisi) di gestire la situazione e di trovare un modo per regolarizzare l’abuso.
La casa era vuota da tanti anni ed era intestata ad una signora residente da anni in Belgio.
La casa occupata con l’abuso si trova inoltre nello stesso palazzo di mia sorella, la quale si ritrova con due figli autistici
Durante questo anno, tra emergenza Covid, impossibilità di lavorare per il lockdown imposto per mesi, ho provato varie strade e richiesto vari colloqui con l’assistenza sociale di brindisi, inclusa la responsabile ai servizi sociali Isabella LETTORI (assessore ai Servizi sociali ed alla Pubblica istruzione).
Isabella Lettori si è sempre fatta negare con una scusa, o di fatti, se impegnata, non si è mai presa il disturbo di programmare un incontro come da me richiesto piu volte.
La signora Lettori continua a ignorare la necessità di mia sorella con i due bambini autistici che dovrebbero avere diritto ad un’assistenza aggiuntiva considerata la difficoltà a gestire due bambini con un serio problema. Incluso un marito affetto da esaurimento nervoso in cura presso la CIM.
La mia vicinanza ha potuto almeno garantire un aiuto reciproco tra sorelle vista la mancanza di supporto da parte dei responsabili del comune di brindisi, che sono a conoscenza della realtà mia e anche di quella di mia sorella con i bambini problematici.
Nessuna notizia dall’avvocato Gatti per mesi, o dall’assistente sociale Villani che conosce molto bene la mia situazione e la richiesta di poter entrare nella graduatoria dell’assegnazione delle case popolari del comune, o quelle di Arca Nord.
Arriviamo in data 26 Novembre 2020. A mia sorpresa ritrovo il quartiere circondato da carabinieri, berretti verdi, questura, vigili urbani, assistenti sociali, vigili del fuoco, elicottero, a quanto pare autorizzati dall’ufficiale giudiziario per lo sgombero dello stabile occupato.
Un dispiego di forze per buttare fuori di casa una donna sola con una figlia minore al seguito.
La conversazione si svolge nel piazzale fronte casa, il comandante dei carabinieri invita alla calma, l’avvocato a mia difesa ricorda a tutti che in presenza di un minore ogni passo falso delle forze dell’ordine presenti verrà sicuramente impugnato, e a seguito di quella frase, ne assistente sociale, ne carabinieri, ne questura, si assumono la responsabilità di salire a casa a prendere la minore e portarla fuori di casa.
Vista la confusione e l’indecisione delle forze dell’ordine, sono salita a casa. Poco dopo, sono saliti anche un ufficiale di turno dei vigili, l’assistente sociale Villani, ispettore Digos Giancarlo Di Nunno e propongono un’altra settimana di tempo per cercarmi una sistemazione alternativa, promettendo l’assistente sociale Villani e il vigile urbano di turno presente come testimone, di garantirmi in contributo del comune per il pagamento dell’affitto. Alla mia richiesta di mettere su carta tale promessa, il vigile urbano si è fatto garante da testimone della promessa fatta a voce che tale è rimasta, verbale, e cosi si è conclusa la parata militare dando appuntamento al giovedi successivo per lo sgombero come da accordi (sempre verbali).
Per quanto mi sia impegnata a trovare una casa in affitto in pochi giorni, cosa impossibile, ho avuto modo di appurare che la promessa fatta da Villani e vigile urbano presente, era giusto meschino tentativo di convincermi ad uscire dall’abitazione, senza che fossero passibili di errori vari verso la minore. Tanto una volta uscita, nessuna promessa scritta poteva essere reclamata.
Mi ritrovo a due giorni dal promesso sgombero, forzato considerando la decisione dell’ufficiale giudiziario, e non so dove andare, considerando che le soluzioni alternative non consentono alla minore di seguire le lezioni con la DAD, senza contare il danno psicologico in un periodo già abbastanza martoriato dall’emergenza covid.
L’ufficiale Giudiziario che ha autorizzato questo sgombero forzato, è a conoscenza del fatto che se ho fatto sfondato l’abitazione dalla quale vogliono mandarmi via, è perché non potevo pagarmi un affitto e tuttora non me lo posso permettere?
Gli assistenti sociali, lo sanno che non essendo in graduatoria per l’assegnazione delle case popolari senza aver commesso abuso, ho adesso zero possibilità di entrare in graduatoria? Dov’è l’assistenza per garantire la quale sono pagati dal comune?
L’avvocato Gatti, il quale a quanto pare sapeva della data dello sgombero, e si è tenuto le carte nella scrivania, perché non ha avvisato? Perché nessun vigile urbano ha notificato alla diretta interessata la data dello sgombero, e nessuno si è assicurato che io sapessi?
Perché invece che buttare fuori la gente in strada durante una pandemia in atto, e con una legge che blocca sino a fine anno gli sfratti, l’ufficiale giudiziario acconsente di buttare fuori sulla strada una donna sola con una minore a carico?
Non era più semplice regolarizzare il tutto, magari facendo pagare l’abuso con ammenda, e cosi salvaguardando la minore, e tutelando anche la famiglia di mia sorella con la mia presenza costante, e garantendo un tetto all’altra figlia con la malattia grave recentemente riconosciuta.
Se una ha fatto un abuso, perché non può permettersi di pagare un affitto, e se con l’abuso non posso più accedere alla graduatoria per l’assegnazione delle case popolari, una volta in strada, come pensate che io possa, da sola, risolvere il problema, se non probabilmente rischiando altri abusi e continuando, grazie alla mancata assistenza sociale che dovrebbe essere garantita, a peggiorare la mia situazione di madre e donna sola.
Varie info aggiuntive utili:
Morosità incolpevole, diffida al Comune di Brindisi
„l’obbligo dell’istituzione di tale Fondo a utilizzarsi per la corresponsione di contributi agli assegnatari che non siano in grado di sostenere l’onere per il pagamento del canone di locazione e per il rimborso dei servizi prestati dall’ente, nonché per i cambi di alloggio, è chiaramente previsto dall’articolo 33 della legge regionale. 10/2014; ed ancor prima, addirittura, dall’articolo 36 della legge regionale 54/1984“
DL che congela gli sfratti
DL 34 2020 che proroga legge N.18 del 17 marzo 2020