Le post-verità sul porto e la convinzione che i brindisini abbiano l’anello al naso
BRINDISI – Il termine post-verità indica quella condizione secondo cui, in una discussione relativa a un fatto o una notizia, la verità viene considerata una questione di secondaria importanza. Nella post-verità la notizia viene percepita e accettata come vera dal pubblico sulla base di emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi concreta della effettiva veridicità dei fatti raccontati.
È in questa bolla di post-verità che si muove oramai abitualmente l’Amministrazione Rossi, che sfruttando l’impossibilità dei cittadini di comprendere questioni tecniche si cimenta in ricostruzioni parzialmente false, false o parzialmente vere.
Prima che il “grande pubblico” scoprisse questo modus operandi a seguito della eclatante vicenda legata al bilancio comunale, questa Amministrazione ha affinato la tecnica delle post-verità in ambito portuale.
Il Sindaco, in una intervista pubblicata oggi sul Quotidiano di Brindisi, rispetto alle dimissioni del rappresentante del Comune nel Comitato di gestione portuale Alfredo Lonoce afferma: “Le opere di cui parla (Lonoce, ndr) sono condivise dalla politica, tant’è che sono state votate all’unanimità in consiglio comunale. Parla (sempre Lonoce, ndr) di atteggiamento autolesionistico nell’iter autorizzativo ma questo non è un aspetto politico. Ci sono stati interventi del Provveditorato alle opere, del ministero e degli uffici tecnici del Comune, perché gli interventi devono essere coerenti con la programmazione e con le norme. È stato il ministero dell’Ambiente a trattenere per due anni il dossier, ancora in fase di elaborazione, sulla cassa di colmata. Ed è stato sempre il ministero dell’Ambiente a chiedere l’attualizzazione della caratterizzazione dei sedimenti. C’è grande differenza, e lo dico senza polemica, tra volontà politica di realizzare le opere strategiche allo sviluppo del porto e iter autorizzativi, che sfuggono, come prevede la legge Bassanini, dalle volontà politiche. Del resto, la stessa cosa è successa a noi con cala Materdomini. Detto questo, voglio ringraziarlo per il lavoro svolto”.
Quello che il Sindaco non dice è che in materie così cavillose la volontà politica è capace di piegare e indirizzare gli iter amministrativi alle proprie visioni/esigenze, perché in Italia basta davvero poco per far saltare la realizzazione di un’opera. Rossi omette che quella delibera di Consiglio comunale ‘a favore delle opere portuali’ non è stata votata da tre consiglieri di Brindisi Bene Comune ed ha visto l’assenza del contrariato Assessore Borri, il che è già tutto un programma; altro che questioni tecniche. Il Sindaco omette di dire, ad esempio, che la volontà politica professata da lui stesso è sempre stata quella di contrastare la realizzazione del progetto della vasca di colmata per il contenimento dei fanghi da dragaggio (volontà fatta confluire in un profluvio di osservazioni sull’impatto dell’opera sull’habitat degli uccelli, sui rischi di esondazioni, ecc). Oppure omette che la visione dell’Assessore Borri è sempre stata quella di un porto che non ha bisogno di nuove banchine e quindi nemmeno dei realizzandi nuovi accosti di Sant’Apollinare.
E ancora, il Sindaco dovrebbe ricordare le dichiarazioni rilasciate in una conferenza stampa in cui affermava che determinate opere, se realizzate, avrebbero portato al sequestro dell’area perché contrarie al Piano regolatore portuale. Un terrorismo psico-giudiziario che evidentemente non ha spaventato il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, massimo organo competente, che ha espresso parere favorevole alla realizzazione del pontile a briccole (quello che secondo Rossi sarebbe stato sequestrato e che invece sarà realizzato entro il 2022).
Tutto ciò, tralasciando gli scontri su opere minori quali il fabbricato per l’accoglienza dei crocieristi e arrivando fino alle diversità di vedute sul progetto di Edison, con il Sindaco contrario alla localizzazione proposta dalla multinazionale (qualche tempo addietro, come da lui scritto su Facebook, era contrario all’opera tout court). Edison però, a quanto pare, vede Costa Morena come unica opzione e sta lavorando per contemperare i propri interessi con quelli degli operatori portuali, e ciò attraverso un adeguamento progettuale che consentirà di lasciare libero in banchina lo spazio per almeno un ormeggio extra gasiere. Un compromesso accettato di buon grado dagli operatori portuali ma che difficilmente incontrerà il favore del Sindaco, convinto che quell’insediamento contrasti con lo sviluppo della zona franca doganale. Nelle ultime ore, tra l’altro, si vocifera di una Edison che starebbe guardando a Manfredonia come alternativa.
Alla luce di tutti questi episodi, che rappresentano solo una parte di quello che ha dovuto combattere Lonoce, tecnico pragmatico e indipendente dalla politica che lo ha designato, professionista che ha portato avanti la linea dello sviluppo del porto con tutte le sue forze: come fa il Sindaco ad asserire che politicamente l’Amministrazione ha sostenuto la realizzazione delle opere portuali?
L’unico modo che conosce questa maggioranza per andare avanti, barcamenandosi tra le dimissioni dei suoi, le rimostranze di una fetta importante della città e le bocciature di tecnici, dirigenti e commissari ad acta, è quello di affidarsi alla post-verità. Ma alla fine la verità, come altro, viene a galla.