BRINDISI – “Mi pare un’ottima notizia la convocazione per lunedì mattina dell’incontro tra il sottosegretario Turco, il presidente della provincia, il sindaco di Brindisi e i sindaci di Torchiarolo e San Pietro. Auspico che i nostri rappresentanti sappiano tenere una linea aperta e determinata sia sulla utilità degli investimenti compensativi che sulle richieste per il quartiere di Brindisi-Torre Rossa”.
Lo dichiara il Consigliere regionale Fabiano Amati, con riferimento agli investimenti di compensazione per la realizzazione del gasdotto Tap e della pipeline d’interconnessione alla rete Snam.
“L’incontro di lunedì mi pare importante per ridurre ogni forma di tensione tra il
Governo nazionale, fautore dell’opera, e gli Enti locali, con le imprese private (Tap) e pubbliche (Snam) a farne le spese.
Spero che sia portato avanti il programma del Centro di ricerca per la decarbonizzazione da allocare presso la Cittadella di Brindisi, oppure altro di pari rango tecnico e capacità moltiplicativa.
Sarebbe quindi molto utile che i comuni attraversati dall’opera non provino a sostenere investimenti troppo puntuali, cioè da spesa corrente comunale o micro investimenti ma s’indirizzino su proposte di innovazione tecnologica e trasporto pubblico.
Certo, sarebbe stato utile se questo incontro fosse stato preceduto da un incontro preliminare tra tutti i sindaci della provincia, che invano ho richiesto quando con mia sorpresa ho appreso che la via maestra dell’incontro con Tap-Snam non era praticabile per ragioni di tattica ideologica alla stato ancora oscura; almeno per me.
Ma poiché nella vita non si può avere tutto, sono soddisfatto dei passi che si stanno mettendo sulla strada di un procedimento che osserva l’ovvietà, cioè la realizzazione dell’opera e la sua entrata in esercizio, e ne coglie le conseguenze compensative in termini d’investimenti.
Un programma molto pratico e di grande impatto educativo, perché in grado di scegliere l’ambientalismo tecnologico come metodo diretto a risolvere i problemi attraverso le soluzioni, da preferirsi di gran lunga all’ambientalismo ideologico, cioè quel dibattere senza sosta creando problemi su tutte le soluzioni”.