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Quaranta firmatari della sinistra: “Troppa presunzione: preoccupati già dalla vicenda De Vito”
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Quaranta firmatari della sinistra: “Troppa presunzione: preoccupati già dalla vicenda De Vito”

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BRINDISI – La situazione politica e amministrativa della città, che ha avuto come epilogo le dimissioni dell’assessore Cristiano D’Errico e la nomina del commissario ad acta per il bilancio, richiede a tutti una seria riflessione, scevra da qualsiasi tatticismo, una assunzione di responsabilità di fronte alla città.

Partecipammo con convinzione alla candidatura e alla elezione dell’attuale Sindaco come democratici e come militanti di una sinistra diffusa. Fu una scelta carica di speranze che in questi due anni sono state in parte deluse.

Abbiamo avuto modo di sollevare le nostre preoccupazioni cercando di riportare il malessere diffuso che serpeggia in città.

Non abbiamo voluto partecipare ai rituali della vecchia politica e  ne’ inseguire il trasformismo di singoli consiglieri comunali tanto presente e frequente nella storia della politica amministrativa brindisina.

Spesso per le nostre prese di pozione siamo stati “redarguiti” dal Sindaco e dalle stesse forze di maggioranza.

Eravamo preoccupati sin dall’inizio (vicenda De Vito) per come si stava procedendo nell’azione amministrativa, nel constatare del venir meno del programma elettorale concordato e  di quella visione che vi stava dietro (rottura con il passato, cambiamento, partecipazione e coinvolgimento della città). Alle nostre manifestazioni di preoccupazione ci veniva  risposto con fastidio o con una presuntuosa sufficienza. Non abbiamo desistito  e abbiamo partecipato in maniera costruttiva nelle poche occasioni in cui è stato possibile aprire un confronto politico e programmatico come nel caso della gestione delle partecipate, del bilancio comunale e del piano di rientro, del porto, dei rifiuti.

Il COVID avrebbe dovuto rafforzare lo stare assieme, consentire di riprendere valori e contenuti del patto elettorale senza rinchiudersi nel  “recinto  amministrativo” dove la vecchia struttura dirigenziale ha avuto il sopravvento.  Proprio quella struttura che ha non poche responsabilità per lo stato in cui è ridotto il comune di Brindisi.

Ne è conseguito, secondo noi, un progressivo isolamento e ne ha fatto le spese qualsiasi idea di partecipazione e di coinvolgimento della città, delle organizzazioni sociali e civiche, dei quartieri.

Le nostre preoccupazioni erano condivise anche da chi con noi dette vita alla lista di “Liberi e Uguali per Brindisi” che consentì a Rossi e alla coalizione  di  andare al ballottaggio e vincere.

A due anni dalle elezioni, nel luglio di quest’anno, mentre si parlava di nuovi equilibri politici in seno al consiglio comunale, alcuni di noi chiesero un incontro al Sindaco e nella lettera di richiesta si scriveva:

……”Per noi non cambiano valori, pensiero politico e tantomeno modalità di azione e partecipazione”.

L’impegno è stato sempre quello di portare a termine il lavoro che abbiamo scritto a più mani nel programma; ad oggi nessuna analisi è stata fatta per analizzare quanto fatto rispetto a quel programma; non è stata fatta una verifica sulla sua attualità e attuabilità, sulle strategie utilizzate, sull’apprezzamento della città.

Oggi, avendo misurato solo parzialmente gli effetti del Covid-19  e dovendo prevedere quelli che potrebbero manifestarsi nel medio/lungo periodo su una città stremata, abbiamo il sacrosanto dovere di immaginare un percorso, probabilmente diverso da quello preventivato, che tenga insieme lavoro e sviluppo, ambiente e qualità della vita, senza escludere scelte coraggiose, e, magari nell’immediato, impopolari soprattutto per le condizioni finanziarie in cui versa il comune e come tali dovrebbero essere condivise con i corpi intermedi e con la città.

Un impegno  per portare Brindisi fuori dalla palude dei danni ambientali, delle finanze disastrate, della disoccupazione crescente, della criminalità giovanile, delle crisi di molti settori produttivi.

Un impegno il nostro che confligge con quei rapporti esclusivi e privilegiati che si sono instaurati tra il sindaco e rappresentanti della maggioranza che hanno fatto diventare l’amministrazione sorda alle istanze di una città che ha bisogno di idee, di proposte, di progetti per affrontare quelle tante criticità che stanno sempre lì con tutta la loro urgenza: il porto, l’industria chimica, quella aeronautica, quella energetica, quella metalmeccanica e la convivenza di queste con una “nuova agricoltura” e con un nuovo turismo”…..

Sono parole di cinque mesi fa cui seguì un incontro di una nostra delegazione con il Sindaco ed una ennesima promessa  di confronto poi non mantenuta.

Ci sentiamo, pertanto, sereni per i nostri  continui tentativi di correggere un atteggiamento di autosufficienza al limite della supponenza che a nostro  parere contrasta con qualsiasi possibilità di governo di una città in difficoltà.

Oggi riteniamo una necessità coinvolgere la maggioranza delle forze politiche, i ceti produttivi, le organizzazioni degli imprenditori

i sindacati,  le associazioni sociali e culturali, la società brindisina con le sue competenze e ansie, per fronteggiare con rigore e fermezza lo stato finanziario del Comune, la crisi economica, sociale e produttiva della città. Una crisi che il COVID sta aggravando e ulteriormente aggraverà.

Le difficoltà si affrontano aprendosi alla città ed il confronto sulle questioni deve essere trasparente, rispettoso e franco.  E questo richiede anche un progetto politico che ad oggi ci sembra privo di consistenza, di alleanze e di prospettiva. Le divisioni, le separazioni sono la dannazione di questa città e sono causa anche della sua scarsa rappresentatività regionale. La mancata elezione di un rappresentante della città in consiglio regionale e per quanto ci riguarda quella di Carmelo Grassi è il risultato di queste divisioni e separazioni e di una ingenua subalternità ai poteri costituiti.

È il momento di costruire unità e di ricomporre le separazioni sedimentatesi in città negli anni e non solo in questi ultimi.

E’ naturale che di tale necessità si dovrebbe far carico innanzitutto il Pd, maggiore partito della coalizione e data l’importanza che la città capoluogo riveste,  sarebbe auspicabile il coinvolgimento della sua rappresentanza provinciale.

Sarebbe pertanto necessaria e auspicabile una riflessione comune per fare il punto su questi anni di attività amministrativa, indispensabile anche per ricreare nuove condizioni per il futuro del centro sinistra.

Farsi carico della difficile situazione politica e amministrativa, a partire da quella finanziaria, richiederebbe umiltà e un rinnovato impegno  a partire da tutte le forze e dai movimenti che definirono nel 2018 la coalizione che consentì a Rossi di diventare Sindaco di Brindisi.

Giovanni Caforio

Giovanni avv. Brigante

Alessandra Amoruso

Paolo Perrino

Ferruccio Leoci

Carmine Dipietrangelo

Rino Iaia

Cristiano D’Errico

Francesco D’aprile

Rino Giosa

Gianluca Cirillo

Antonio arch. D’aprile

Giovanni Brigante

Bina Valentini

Giuseppe Ferraro

Vito Gloria

Stefano Baldassare

Annalisa Presta

Maurizio Isidoro

Iolanda Carulli

Costantino Lillo

Ornella Stamerra

Fabrizio Isidoro

Francesca Ponticelli

Paolo Curiano’

Sandro Citiolo

Claudia Giurgola

Fabio Ruggiero

Rosanna Ferraro

Vincenzo Albano

Olga Nuzzo

Massimo Morano

Giuseppe Nigro

Massimo De Carlo

Damiano Sciarra

Francesca Donnicola

Nunzio Farina