BRINDISI – La fontana in questione, “Fontana dell’Impero”, è stata restaurata e riaperta il 16 ottobre, data assolutamente casuale, non avente nulla a che fare con i fantasmi del fascismo.
Per rassicurare gli animi dell’ANPI, è utile sottolineare che non esiste alcuna propaganda ideologica o esaltazione del fascismo, anzi, proprio i valori della libertà e della democrazia in cui crediamo fortemente, ci permettono di vedere tutti i nostri monumenti come testimonianze del passato e non come mostri del futuro.
Il diktat adottato nei confronti della fontana è sempre lo stesso: censurare la storia e attaccare il patrimonio. Le idee dell’ANPI non sono produttive per il nostro Paese e per la nostra comunità; al contrario, andrebbe apprezzato, da ogni ente e da ogni cittadino, il ripristino di un’opera architettonica che – seppur appartenente a un’epoca passata e pienamente scongiurata – merita di vivere nel centro della città.
Non abbiamo bisogno di accendere il fuoco delle polemiche, soprattutto in una città come Brindisi, che deve crescere e splendere con l’aiuto di tutti, in virtù di tutta la storia che ci appartiene.
E se proprio dovessimo ricorrere alla Costituzione, in mancanza del buonsenso, ricordiamo anche gli obblighi di promozione e tutela dell’ambiente, nonché di opere e patrimonio storico.
I nostri beni monumentali, oggi più che mai, devono essere protetti e conservati per evitare che le minacce di chi vuole censurare finiscano per farlo davvero.
Il tema di dibattito, però, è bene che si sposti verso un’altra direzione, più attuale e istruttiva erga omnes: valorizzare il patrimonio monumentale presente nella nostra città ed educare la comunità e il turista di passaggio ad un approccio meno complesso con la storia, ancora troppo vessata dalle ideologie.
Nessuno di noi ha il diritto di cambiare il nome della fontana, tantomeno chi si professa democratico e antifascista.
Federica Masi coordinamento FI Brindisi
con delega alla cultura