BRINDISI – Nelle prime ore della mattinata odierna personale della locale Squadra Mobile ha eseguito cinque provvedimenti cautelari emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Brindisi.
L’attività di indagine traeva spunto da diverse segnalazioni di cittadini che, interessati all’acquisto di immobili posti all’incanto, venivano invitati a desistere nel proseguire e rilanciare nelle vendite da parte di alcuni soggetti che effettuavano pressioni di vario genere a volte sfociate in vere e proprie minacce.
Al termine dell’indagine investigativa della durata di circa un anno è stato tratto in arresto FIMMANO’ DIEGO 47enne pluripregiudicato ritenuto responsabile di estorsione aggravata e turbativa d’asta il quale si è vantato delle amicizie criminali con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata brindisina. Il FIMMANO’ era, peraltro, già sottoposto agli arresti domiciliari per altro procedimento penale.
Unitamente al FIMMANO’ è finito in carcere anche PATISSO Luigi 35enne pluripregiudicato e braccio destro di FIMMANO’ in nome e per conto del quale esercitava pressanti azioni estorsive nell’ambito delle esecuzioni immobiliari presso il Tribunale di Brindisi ed esecutore materiale dello stato di assoggettamento patito dalle vittime.
Agli arresti domiciliari è finito DE GIORGI Salvatore, 58enne, e GIOSA Cosimo, 57enne, ritenuti responsabili di estorsione aggravata in danno di soggetti esecutati e turbativa d’asta, peraltro gli stessi erano già sottoposti ad analoga misura cautelare a seguito di un arresto in flagranza di reato avvenuto nell’ottobre scorso.
Sottoposto all’obbligo di firma invece è MARANGIO PASQUALE, 59enne, responsabile anch’esso di estorsione aggravata in danno di soggetti esecutati e turbativa d’asta.
Il meccanismo delle vendite giudiziarie, come evidenziato dal Giudice nel provvedimento custodiale, ha consentito agli indagati di entrare nel mondo degli incanti e delle aste giudiziarie non soltanto con intenti per così dire legittimamente speculativi (partecipazione all’asta e successiva rivendita dell’immobile acquisito) ma soprattutto con scopi illeciti, e cioè ponendo in essere condotte di turbativa d’asta e di estorsione, approfittando del fatto che quasi sempre il debitore esecutato, secondo una prassi ai limiti della legalità, indirettamente, attraverso prestanomi, cerca di rientrare in possesso del bene messo all’asta e, dunque, è in posizione di particolare “vulnerabilità”e “avvicinabilità”, perché è particolarmente sensibile rispetto ad accordi turbativi o vere e proprie richieste estorsive pur di raggiungere il suo scopo che è quello di rientrare di fatto in possesso del bene staggito.
Tale duplicità di ingresso nel mondo delle vendite giudiziarie apriva una duplice via di guadagno illecito per il sodalizio criminale. Da un lato quella, dal Giudice definita “legittimamente speculativa”, consistente nell’acquisto, dopo avere estromesso dalla gara con pressioni e minacce gli altri partecipanti, e nella successiva rivendita a prezzo maggiorato dell’immobile e per altro verso quella che consentiva agli esecutati di rientrare in possesso del bene dietro la dazione di rilevanti somme di denaro necessarie, per come asserito dagli estorsori, a dissuadere dal partecipare alla vendita altri soggetti che, a volte artatamente, presentavano offerte.
Specialmente in relazione alla prima ipotesi è evidente, ed è oggetto di specifica contestazione, nella misura custodiale notificata questa mattina, come spesso gli acquisti venivano effettuati minacciando i legittimi partecipanti alla gara che si vedevano, così, costretti a rinunciare all’acquisto che veniva aggiudicato ai sodali a prezzi inferiori a quelli che si sarebbero raggiunti qualora non fosse intervenuta la turbativa.
Per quanto riguarda la seconda fonte di illecito lucro va segnalato che al fine di simulare l’interesse verso il bene posto all’incanto di numerosi partecipanti alla gara verso i quali i sodali indirizzavano l’impegno a farli desistere sovente erano gli stessi estorsori a far partecipare alla vendita loro parenti o amici i quali presentavano delle offerte ritirate immediatamente dopo l’aggiudicazione.
L’attento monitoraggio delle fasi di ogni singola vendita, da parte degli investigatori della Squadra Mobile, ha consentito di lumeggiare sulle illecite attività di un gruppo di soggetti che oltre a millantare o spendere la loro appartenenza alla criminalità si muovevano in modo organizzato avendo a disposizione mezzi e soggetti capaci di inserirsi nei meccanismi burocratici, sottesi alle vendite giudiziarie. Gli odierni indagati, altresì, disponevano di fondi comuni ai quali attingere per partecipare alle vendite ed addirittura di una struttura professionale, una agenzia immobiliare appunto, che si occupava della partecipazione alle vendite ritenute, per vari aspetti, maggiormente lucrose.
Peraltro, proprio all’interno dell’agenzia immobiliare, durante le indagini, al fine di cristallizzare l’illecito operato dei soggetti raggiunti dal provvedimento custodiale oggi eseguito, a fine ottobre dello scorso anno due dei soggetti raggiunti dalla misura DE GIORGI Salvatore e GIOSA Cosimo venivano tratti in arresto nella flagranza del reato di estorsione aggravata con consegna controllata delle banconote in danno di un soggetto sottoposto ad esecuzione immobiliare che si era visto costretto a versare al GIOSA Cosimo e DE GIORGI Salvatore, all’interno dell’agenzia, la somma di 900 euro quale acconto sulla somma estorta di 7000 euro per l’interessamento illecito nella vendita. A seguito dell’arresto in flagranza si è registrato una significativa collaborazione da parte di numerose vittime che hanno denunciato analoghe condotte. La Squadra Mobile di Brindisi sulla scia della fattiva collaborazione dei cittadini ha al vaglio altre situazioni che per le dinamiche di ogni singola vendita possono integrare fattispecie criminose per le quali quest’oggi si è proceduto.