Home Sport Basket La nostra voglia matta di parlare di basket un problema? Togliamo il disturbo…
La nostra voglia matta di parlare di basket un problema? Togliamo il disturbo…
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La nostra voglia matta di parlare di basket un problema? Togliamo il disturbo…

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BRINDISI – La New Basket è un patrimonio inestimabile di questa città e per gli sforzi che compiono i soci per mantenere Brindisi sulla cresta dell’onda nazionale ed europea, è doveroso che gli stessi debbano essere apprezzati e ripagati. Il mio modo di ripagare questa società delle gioie che mi regala attraverso il basket è quello di contribuire economicamente (ogni anno) con l’acquisto di un abbonamento (oltre che quest’anno con l’acquisto della quota societaria) e svolgendo la mia attività di cronista sportivo con tutto l’entusiasmo che ho in corpo. Premessi i meriti, al contempo mi sento di dissentire fortemente con la linea tenuta dalla società sul fronte del rapporto con la stampa e in particolare con i giornali online.

Capitolo interviste: per i giornali online non è possibile realizzare un’intervista ai nuovi acquisti perché la prelazione ce l’hanno i giornali cartacei. Una regola imposta dalla società che ritengo profondamente discriminatoria e offensiva verso le testate online, e in particolare verso una testata come L’Ora di Brindisi che avrebbe voluto dedicare al basket un’attenzione che i giornali cartacei non sono in grado al momento di garantire. Volendo andare incontro alla società, ho deciso di realizzare le interviste in anteprima sul Quotidiano, riportando il giorno dopo le stesse su L’Ora di Brindisi in versione intervista audio, avvisando gli intervistati di questo. Alla società, però, l’intervista telefonica pubblicata a Gaspardo non è andata giù, pertanto quando ho chiesto se fosse possibile intervistare Brown per il Quotidiano la prossima settimana, in risposta mi è arrivata una reprimenda che sinceramente reputo il frutto di un irrigidimento incomprensibile e frutto di dinamiche che non conosco ma che posso immaginare. Il dubbio sorge nel momento in cui ti viene richiesto che un’intervista realizzata alle 22 in aeroporto non esca al di fuori della trasmissione L’Ora dell’Happy Casa perché potrebbe essere vista e potrebbe infastidire il media partner della società, ovvero Canale 85, che al momento – a quanto ci risulta – non ha un contratto che prevede il controllo di tutto lo scibile umano.

Tra l’altro, sulle interviste richieste per il Quotidiano è stato aggiunto in corsa un altro veto. Avendo richiesto di intervistare coach Vitucci, mi è stato risposto che avevo già intervistato Gaspardo e che non era possibile realizzare più di un’intervista a settimana perché altrimenti la Gazzetta del Mezzogiorno sarebbe “rimasta al palo”. Come se fosse una colpa fare di più di chi fa di meno. Fatto sta che il giorno seguente l’intervista a Vitucci è uscita casualmente sulla Gazzetta del Mezzogiorno.

Capitolo trasmissione: prima di partire con la trasmissione L’Ora dell’Happy Casa, avevo chiesto quali fossero i paletti entro i quali si sarebbe potuto muovere questo nuovo format. Ricevute rassicurazioni sul fatto che avrei potuto realizzare ciò che avrei ritenuto ma che non avrei potuto avere ospiti in studio per via dell’accordo con il media partner Canale 85, ho deciso assieme ad Alessio Maggio di dare il via a questa piccola avventura, che aveva come scopo quello di parlare di basket in maniera capillare anche su una testata online. Le condizioni immaginate per la trasmissione, a questo punto fraintese dal sottoscritto, sono venute meno: infatti, avendo scoperto in corsa che non sarebbe stato possibile fare più di un’intervista a settimana e non essendo possibile neppure riportarla in versione audio, cosa acciderbolina avremmo dovuto fare in questa trasmissione nel bel mezzo del mese di luglio?

Per tali ragioni, con grande rammarico, ritenendo la dignità prevalente sul resto, L’Ora di Brindisi, per quest’anno, ha deciso di interrompere la trasmissione L’Ora dell’Happy Casa e di non realizzare più interviste ai protagonisti. Anche perché, siccome vogliamo il bene del basket brindisino, non vorremmo rappresentare un problema per nessuno con la nostra voglia matta di parlare sempre di basket.

Andrea Pezzuto