Castello Alfonsino, sgarbo istituzionale ai danni della Soprintendente. Una cosa è certa: le chiavi saranno date a professionisti del settore, non al Comune
BRINDISI – Si potrebbe definire uno sgarbo istituzionale quello subito dalla Soprintendente Maria Piccarreta. Le tanto chiacchierate chiavi del castello Alfonsino, infatti, ce le ha la Soprintendenza, che ha la competenza sulla gestione del bene. L’incontro tra Segretariato regionale e Sindaco, pertanto, è da considerarsi perlomeno poco elegante, soprattutto perché la Soprintendente non ne sarebbe venuta a conoscenza se l’assessore D’Errico non se lo fosse fatto scappare nel corso di una conferenza stampa. E l’intervista del Sindaco rilasciata al Quotidiano di Brindisi nella quale dichiara candidamente che “sarà coinvolta anche la Soprintendenza” rilancia perplessità; è come se si entrasse a casa di altri e si dicesse alla proprietaria che può entrare anche lei.
Tra l’altro la Soprintendenza ha già compiuto la sua scelta in merito all’affidamento temporaneo della valorizzazione del castello Alfonsino, e per almeno un anno il Comune non sarà protagonista di questo progetto di rilancio. La scelta della Soprintendenza, infatti, è stata quella di affidarsi a professionisti del settore, così scongiurando l’evenienza che anche il Castello Alfonsino potesse essere gestito da partecipate nate per fare altro, non certo la valorizzazione di beni monumentali.