BRINDISI – Non riusciamo a capire con quale tipologia di attività gli arrembanti sostenitori che urlano “viviamo
di turismo” intendano sostituire lavori che danno garanzie economiche per dodici mesi l’anno con
attività precarie che durano al massimo sei mesi inerenti il mare. Vivendo il mare a Brindisi ci
chiediamo: ma quale turismo da mare? Allo stato attuale non ci sembra che il turista a Brindisi
possa goderselo serenamente.
La viabilità è un colabrodo: le spiagge fruibili sono mal servite dai mezzi pubblici: pochi e a volte
strapieni. Andiamo con l’auto e risolviamo il problema? Purtroppo no.
Dalla zona sosta auto sino alla spiaggia, si deve affrontare un percorso di guerra con le
“attrezzature” da mare; il tragitto è gravato da un camminamento senza marciapiedi con relativo
problema sicurezza per i pedoni (immancabile il solito truzzo brindisino che sorpassa auto ferme
per precedenza alle strisce pedonali). Per non parlare di chi deve affrontare il tragitto con bambini
da tenere saldamente in mano o anziani. Uno sport estremo!
Ma il meritato traguardo mare, ci farà godere spensierati la sabbia ed il mare? Non proprio
spensierati. Perché, a parte i lidi, non esistono servizi al bagnante libero (temerario!): no bar, no
docce o fontanelle lava-piedi (presenti oramai anche nelle marine africane) magari con gettone che
ne coprirebbe le spese; no gazebi ombreggianti; no bidoncini raccogli rifiuti…. Niente! Solo la nuda
e cruda natura e, in alcuni casi, strutture sotto sequestro o le rovine di quelle abbandonate che
deturpano miserevolmente il paesaggio e incrinano l’ambiente spiaggia.
Eppure le soluzioni sarebbero di bassissimo costo, facilmente attuabili e in alcuni casi, a parte la
spesa iniziale, autofinanziate. Pare però che si sia più propensi a portare avanti slogan e ideologie
piuttosto che realizzazioni pratiche.
Anche quest’anno la storia la cambieremo il prossimo anno.
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De Noia Massimiliano
Coordinatore provinciale di Riva Destra Brindisi
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