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Con Rossi e i nuovi dirigenti si respira più legalità ma resta l’allergia alle regole
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Con Rossi e i nuovi dirigenti si respira più legalità ma resta l’allergia alle regole

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BRINDISI – A settembre si provvederà a demolire alcuni immobili lungo la litoranea. Non è dato sapere dove verranno effettuati questi interventi, ma almeno tre lidi non sarebbero in regola; e per alcuni penderebbero anche contestazioni penali.

Una cosa è certa, dato che molte delle contestazioni sollevate si trascinano da anni: l’innesto di nuovi dirigenti (con particolare riferimento al settore urbanistica), unito al rinnovamento politico, ha creato una sensibile discontinuità burocratico-amminstrativa, che si sta concretizzando in una cesura tra Palazzo di Città e i cittadini. D’altronde, le cattive abitudini sono dure a morire, quando per anni le prassi paralegali hanno sostituito le norme; didascalico in tal senso è il film L’ora legale di Ficarra e Picone.

È fisiologico pertanto che il cambio culturale produca malcontento e che ci voglia del tempo affinché gli operatori economici si adeguino a rispettare gli iter previsti dalla legge; certo che spesso la poca chiarezza delle norme italiane non aiuta.

A Brindisi il cambio di paradigma è stato brusco: si è passati dalla permissività sconfinante nell’indolenza e nell’illegalità a un rigore a volte superiore rispetto a quello applicato in altre pubbliche amministrazioni. Al netto di qualche incomprensibile scelta del Comune, non c’è dubbio che si sia finalmente imboccata una strada tesa al rispetto delle regole. È qualcosa da apprezzare, da difendere, anche quando si corre il rischio di frenare lo sviluppo economico di un territorio che avrebbe disperato bisogno di investimenti, ma che in maniera altrettanto pressante ha bisogno di ammantarsi di legalità per creare la precondizione principale per attrarre investitori.

La trasversalità del campo d’azione dell’ente comunale è indice del fatto che il motto di questa Amministrazione, ovvero “Diritti per tutti, favori per nessuno” inizia ad essere rispettato concretamente. E fa nulla se in città girano insistenti voci su favoritismi verso persone vicine politicamente: se non è vero, fa parte delle dicerie; se corrisponde al vero, fa parte della natura insita del potere. Però quello che è importante è adottare un modus operandi chiaro, che tendenzialmente prediliga la legalità al consenso politico-elettorale.

Questo cambio di passo è apparso solare nella gestione delle occupazioni degli appartamenti popolari, dove finalmente si sta mettendo ordine, provando a scalfire i diritti acquisiti dei prepotenti. È una strada lunga, forse un vicolo cieco, ma è da apprezzare il tentativo.

Fa decisamente più male, invece, vedere stabilimenti balneari, ristoranti e discoteche cadere sotto i colpi di sequestri e demolizioni, soprattutto perché il sogno di tutti i brindisini è quello di vivere in una città turistica, dove il litorale e il Centro possano fungere finalmente da propulsori sociali ed economici. Ma tant’è, evidentemente bisogna ancora lavorare tanto sulla mentalità imprenditoriale locale (e non solo), anche alla luce dei recenti fatti di cronaca dove si segnala spesso la mancanza di una autorizzazione per apportare migliorie alle proprie attività economiche. Davvero un vezzo apparentemente incomprensibile, sul quale potranno fare luce soltanto le risultanze processuali.

Recenti sono i casi del Guna, di Long Beach, di Boa Gialla, di Lido Risorgimento, ma andando più a ritroso si ricorderanno anche gli episodi di cronaca giudiziaria che hanno coinvolto Torre Regina Giovanna o altri stabilimenti balneari.

E non vanno dimenticati i tentativi di educare la cittadinanza al rispetto del codice stradale approntati dal nuovo comandante della Polizia Locale, così come va sottolineato come dopo tanti anni si stia lavorando per provare ad evadere le infinite pratiche di sanatoria o per far rispettare le norme igienico-sanitarie dei locali del Centro storico.

Tutte situazioni datate nel tempo, i cui nodi sono stati resi (coraggiosamente) manifesti da questa Amministrazione (e dagli uffici comunali), che a proposito di cambiamento culturale si è resa protagonista anche di tentativi di disciplinare la mobilità nel Centro cittadino e di modificare i rapporti con le grandi multinazionali (vedi il caso Eni-Versalis).

Tutto ciò non è affatto banale, ed anche se di errori ne sono stati compiuti parecchi, l’approccio in questi campi resta assolutamente da apprezzare.