BRINDISI – Con un tempismo magistrale, il direttore generale dell’Asl ha subordinato l’avvio del servizio di partoanelgesia al termine dei lavori di adeguamento di una sala parto, previsti per la fine di settembre, ossia dieci giorni dopo la data delle elezioni regionali.
A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca, diceva qualcuno, e queste coincidenze sembrano proprio un lavoro fatto col cesello da parte di un impiegato fedele per il suo datore di lavoro: pare, infatti, che il dottor Pasqualone voglia blindare la campagna elettorale di Emiliano che, da assessore alla sanità, prima ancora che da Presidente, è il principale responsabile politico dell’inadempienza della Regione nei confronti delle cittadine di Brindisi, rispetto al modello organizzativo del parto indolore votato dalla sua stessa Giunta.
A tal proposito, ricordiamo che, nel 2017, la Regione ha stabilito che venisse attivata l’anestesia epidurale in tutti i punti nascita con più di mille parti all’anno. Nello stesso anno l’Asl Brindisi ha bandito un concorso per anestesisti – rianimatori, ma, dei 22 risultati idonei, nessuno ha preso servizio presso la nostra azienda sanitaria perché stabilizzati in altre ASL, principalmente a Bari.
Oggi apparendiamo dal dr. Pasqualone, con un certo sgomento, che il problema della partoanelgesia a Brindisi, non è più legato al grave sottorganico degli anestesisti, ma alla conclusione dei lavori in sala parto, lavori cui non aveva fatto cenno quando, ad ottobre scorso, aveva garantito che il parto indolore sarebbe entrato a regime a gennaio 2020.
Intanto le donne che coraggiosamente decidono di mettere al mondo dei figli, a Brindisi, a differenza che in tutte le altre province pugliesi, hanno continuato ad essere interdette dalla passobilitá di partorire senza troppi dolori.
Ci auguriamo che la fine dei lavori in sala parto coincida con l’avvio del parto indolore, anche se il comunicato diramato dall’ASL è sapientemente fumoso su questo aspetto, e che lo stesso possa partire in sicurezza, nonostante all’ultimo concorso si siano presentati venti specializzandi ed un solo specialista. Insomma, sembra proprio che i medici non vogliano venire a lavorare presso l’ospedale di Brindisi, attratti da strutture di province limitrofe. Il perché di questa situazione è uno degli aspetti che avremmo voluto approfondire con il direttore generale al quale abbiamo chiesto un incontro una settimana fa e al quale non ci è stata fornita risposta. Noi, da parte nostra, rinnoviamo la richiesta di ricevere chiarimenti e rassicurazioni per le future mamme di Brindisi.
A tal proposito, ricordiamo che, nel 2017, la Regione ha stabilito che venisse attivata l’anestesia epidurale in tutti i punti nascita con più di mille parti all’anno. Nello stesso anno l’Asl Brindisi ha bandito un concorso per anestesisti – rianimatori, ma, dei 22 risultati idonei, nessuno ha preso servizio presso la nostra azienda sanitaria perché stabilizzati in altre ASL, principalmente a Bari.
Oggi apparendiamo dal dr. Pasqualone, con un certo sgomento, che il problema della partoanelgesia a Brindisi, non è più legato al grave sottorganico degli anestesisti, ma alla conclusione dei lavori in sala parto, lavori cui non aveva fatto cenno quando, ad ottobre scorso, aveva garantito che il parto indolore sarebbe entrato a regime a gennaio 2020.
Intanto le donne che coraggiosamente decidono di mettere al mondo dei figli, a Brindisi, a differenza che in tutte le altre province pugliesi, hanno continuato ad essere interdette dalla passobilitá di partorire senza troppi dolori.
Ci auguriamo che la fine dei lavori in sala parto coincida con l’avvio del parto indolore, anche se il comunicato diramato dall’ASL è sapientemente fumoso su questo aspetto, e che lo stesso possa partire in sicurezza, nonostante all’ultimo concorso si siano presentati venti specializzandi ed un solo specialista. Insomma, sembra proprio che i medici non vogliano venire a lavorare presso l’ospedale di Brindisi, attratti da strutture di province limitrofe. Il perché di questa situazione è uno degli aspetti che avremmo voluto approfondire con il direttore generale al quale abbiamo chiesto un incontro una settimana fa e al quale non ci è stata fornita risposta. Noi, da parte nostra, rinnoviamo la richiesta di ricevere chiarimenti e rassicurazioni per le future mamme di Brindisi.
Livia Antonucci – coordinatrice Forza Italia Brindisi