Home Economia e lavoro Multiservizi, torna lo spettro della liquidazione. La relazione del dirigente è impietosa: “Costo del lavoro superiore a contratti nazionali”
Multiservizi, torna lo spettro della liquidazione. La relazione del dirigente è impietosa: “Costo del lavoro superiore a contratti nazionali”
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Multiservizi, torna lo spettro della liquidazione. La relazione del dirigente è impietosa: “Costo del lavoro superiore a contratti nazionali”

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BRINDISI – Torna ad aleggiare lo spettro della liquidazione sulla Brindisi Multiservizi. A lanciare l’allarme, il dirigente ai Servizi Finanziari Simone Simeone, che eccepisce nero su bianco una serie di rilievi pesanti.

Il dirigente innanzitutto pone l’attenzione sulla crisi di liquidità della partecipata: “E’ di tutta evidenza che la società si torva in forte crisi di liquidità tanto da aver omesso i seguenti versamenti al socio:
• Canone di concessione parcheggi 2018: € 50.000,00
• Canone di concessione parcheggi 2019: € 467.250,39, delibera CC 210 del 31/12/2019
• Utili distribuiti relativi al 2019: € 230.108,00
• Incassi di parcheggi 2020 riscossi per conto dell’Ente in qualità di agente contabile: €
E’ di tutta evidenza la difficoltà finanziaria che si potrebbe sanare o con una anticipazione da parte
del socio ovvero con l’accesso al finanziamento bancario utilizzando ad esempio il decreto
Liquidità (D.L. n. 23 del 2020)”.

Altro problema rinviene dagli interessi che il Comune è costretto a pagare per le ricorrenti anticipazioni di cassa: “La società in house BMS srl, da ultimo con nota prot. 37537 del 24/4/2020, ha richiesto un’anticipazione di liquidità di € 866.000 necessaria al trasferimento al Comune dei proventi dei parcheggi per il canone di concessione 2018/2019 e per gli incassi relativi ai primi tre mesi del 2020.
A tal proposito si evidenzia che il ritardo nel versamento comporta da parte dell’Ente un maggior costo in termine di interessi al proprio tesoriere che nell’esercizio 2019 sono gravati sulle casse comunali per € 344.219,67”. Ad aggravare il quadro, “risulterebbe una cassa
negativa al 31.12.2020 pari a € 3.014.161,94 che certificherebbe l’impossibilità di restituzione
dell’anticipazione”.

Simeone rileva poi l’impossibilità di determinare la continuità aziendale in assenza di un Piano industriale: “Su tale aspetto si evidenzia che dalla relazione della gestione, depositata solo in data 15/7/2020
non si rilevano le informazioni richieste e, come noto a tutti, alla data odierna non risulta depositato
un piano industriale che dimostri la continuità aziendale”. D’altronde, nello stesso Piano di riequilibrio del Comune si dichiarava che “è necessario che venga predisposto un piano industriale che riporti tra i ricavi 2020 e successivi gli importi che l’Amministrazione ha stanziato in uscita come somme relative agli affidamenti alla BMS srl. E’ evidente che il piano industriale debba raggiungere l’equilibrio economico finanziario partendo dai ricavi quantificati in base a criteri di congruità, comprimendo tutti i costi sostenuti dalla stessa. Ove dovesse assumersi che la società non sia in grado di raggiungere l’equilibrio economico finanziario con gli affidamenti definiti congrui dall’Amministrazione, è evidente che non sia possibile effettuare gli affidamenti con le conseguenti azioni di messa in liquidazione”.

Il dirigente, tra le storture non ha potuto fare a meno di evidenziare l’assurdo (questo lo diciamo noi) costo del lavoro, con stipendi stratosferici ad personam: “In ordine al merito dei risultati di gestione, non può non evidenziarsi che con copiosa corrispondenza è stata evidenziata un costo del lavoro superiore a quanto previsto dai contratti nazionali. Su tale aspetto è stato ampiamente dimostrato che trattasi di indennità ad personam al personale dipendente ed indennità accessorie evidentemente previste da contrattazione decentrata. Su tali aspetti è stata richiesta più volte una verifica, ma al momento lo scrivente non risulta essere stato fornito riscontro. Tali informazioni sono necessarie per poter consentire scelte consapevoli da parte del socio unico di una voce di bilancio che quota oltre il 70% dei ricavi aziendali”.

Inoltre, nonostante gli annunci dei mesi scorsi, per il dirigente sarebbe stato disatteso anche il proposito cristallizzato in una delibera di giunta di limitare il ricorso allo straordinario: “In ordine alle indicazioni della Giunta di cui alla delibera n° 314 del 26 agosto 2019 si segnala l’aumento del costo dello straordinario in contrasto con quanto deliberato”.

Non trascurabile è la circostanza che a ‘drogare’ i bilanci precedenti c’era la gestione dei parcheggi, adesso ricondotta nei canoni più rispondenti alla normativa: “In ordine all’utile prodotto nel 2018 è doveroso segnalare che era alimentato dai margini del contratto dei parcheggi che ha previsto fino al primo quadrimestre del 2019 gli incassi a totale vantaggio della BMS srl con un riversamento a favore dell’Ente di soli € 50.000. L’assegnazione dell’intero incasso dei parcheggi alla partecipata al netto del canone di € 50.000, in spregio alle norme sull’affidamento con criteri di congruità alle società in house, ha l’effetto di aver alimentato in maniera impropria i margini operativi (ricavi meno costi diretti) con l’effetto di consentire la creazione di risorse da poter utilizzare per altre finalità quali: nell’anno 2018 l’accontamento al
fondo rischi per cause di lavoro di € 375.000,00 ed un utile pari ad € 230.478,66 con addirittura unmaggior onere in termini di imposte, nel 2019 invece, avendo un impatto solo per 4 mensilità, ha consentito alla società di chiudere con un utile tassabile”.

Infine, Simeone evidenzia come “come ci siano incongruenze su singoli servizi che chiudono decisamente in perdita con altri invece in utile. Su tale aspetto si evidenzia che il personale assegnato alle singole
attività e la congruità dell’affidamento deve essere certificata sui singoli appalti e non
complessivamente rispetto a tutti i costi e ricavi della società.
In ordine ai costi generali viene riportata la somma di € 1.463.321,49 pari al oltre il 20% del fatturato
ed al 21% dei costi della produzione. Tale valore è evidentemente superiore a quelli normalmente previste negli appalti che si attestano tra il 13 ed il 15%”.