Cgil: “L’ASL riconvochi una cabina di regia per un confronto sul piano sanitario”
BRINDISI – Sono passati oltre due mesi dall’ultimo incontro tra l’ASL di Brindisi e le OO.SS. In quell’occasione, si affrontarono le criticità e la complessità della situazione relativa all’emergenza Covid-19. Il management, quindi, aveva dichiarato di sentire la necessità di un confronto continuo con le parti sociali, per condividere la riprogrammazione del sistema sanitario brindisino.
Dopo aver vissuto, soprattutto nella prima fase, la gestione sanitaria con tanta apprensione, occorre affrontare con risolutezza una seconda fase molto oculata e responsabile che assicuri la continuità assistenziale sia in regime di degenza che ambulatoriale.
È acclarato che in Italia l’emergenza COVID 19 ha fatto riscoprire il valore di un sistema sanitario pubblico capace di affrontare qualsiasi emergenza per salvare la vita delle persone, ma è proprio in questa fase che bisogna attenzionare tutti gli interventi necessari a far superare quelle criticità che la pandemia ha messo drammaticamente a nudo. Gli organi di stampa pugliesi continuano a dedicare molto spazio ai temi della sanità, affrontando criticità legate soprattutto ai tagli economici degli ultimi vent’anni, che hanno inciso in modo negativo più al SUD che al NORD. Differenze basate su dati concreti, come ad es. la spesa pro-capite, che incide sull’efficienza del sistema, o la sperequazione che da anni penalizza le Regioni del SUD nella ripartizione del fondo sanitario nazionale fatta con criteri iniqui rispetto alla necessità di colmare il divario esistente, invece di inserire, ad esempio, parametri quali i bisogni di salute e le condizioni di deprivazione. Oggi, tali criticità del sistema sanitario pubblico rischiano di condizionare la fase di “ripartenza” di visite mediche ed esami, quando invece ci si sta misurando col problema del recupero, in tempi ragionevoli, di tutte le prestazioni mediche che per tre mesi sono state sospese, e dare spazio anche alle nuove richieste.
Oggi più che mai siamo convinti che sia necessario avviare un piano riorganizzativo complessivo e condiviso, che superi anche i ritardi e gli errori dei vari piani di rientro, rivisitando e rimodulando il piano di riordino, partendo proprio dall’esperienza maturata in questa emergenza sanitaria causata dalla pandemia. Pandemia che ha stravolto l’efficienza dei più collaudati sistemi sanitari regionali, mettendo in discussione diversi modelli organizzativi. Dunque, sarebbe miope non prenderne atto, per una mirata riprogrammazione a livello regionale e territoriale, considerando soprattutto la prevenzione come misura fondamentale.
Lo snodo da cui partire è quello di rivisitare innanzitutto gli stessi spazi all’interno delle strutture ospedaliere.
Infatti, gran parte del Sistema Sanitario brindisino è molto, troppo concentrato nell’Ospedale “Perrino” di Brindisi: posti letto/pazienti/parenti, ambulatori, servizi, lavoratori che ivi operano, fornitori, ecc.ecc.
Questo sistema andrebbe riconsiderato doverosamente, ad iniziare dagli spazi.
E’ impensabile ritornare alla gestione del “Perrino”, così come lo era prima, dalla bolgia del pronto soccorso, alle stanze di degenza che contengono tre posti letto in spazi angusti, alle aree delle piastre ambulatoriali e/o a quelle delle stesse sale d’attesa.
Per questo proponiamo da subito, il decongestionamento dell’ospedale “Perrino” di Brindisi e la riapertura degli ospedali o ex ospedali con annessi Pronto Soccorsi, la soppressione di un posto letto per ogni stanza di degenza, mentre i letti in eccedenza, dovrebbero rappresentare una vera e propria chimera.
Spostare da Brindisi a qualche ospedale periferico, per esempio, tutte le patologie a media-bassa complessità assistenziale, la piccola chirurgia, la piccola traumatologia con annessa sala gessi ecc.
Contestualmente andrebbe riorganizzata tutta l’attività ambulatoriale che non necessariamente deve passare dall’ Ospedale di Brindisi.
Si apprende dalla stampa che i preposti livelli Istituzionali stiano lavorando, da più di un mese, al nuovo piano territoriale. Dunque, vorremmo sapere quale sia l’idea complessiva di tale revisione per avviare un confronto costruttivo di merito su tutta la problematica. Quali cambiamenti concreti ci saranno per l’integrazione necessaria tra acuzie e territorio. Se le USCA fanno parte di questo piano. Come funzioneranno i Distretti. Quale ruolo è stato chiesto di svolgere ai medici di famiglia, che, a nostro avviso, dovrebbero essere recuperati nella loro funzione di “sentinelle” nell’individuazione precoce della malattia, comprese quelle infettive. Come si vuole gestire tutta l’area della non autosufficienza, tra assistenza domiciliare integrata, strutture residenziali, o semiresidenziali e, soprattutto, se si sta pianificando anche guardando a strutture numericamente più rispondenti alle esigenze di anziani e persone disabili che non siano solo cronicari.
In definitiva, si chiede al Direttore Generale della ASL BR di convocare la prevista “Cabina di Regia” per condividere una roadmap della riprogrammazione sanitaria in grado di migliorare e risolvere le criticità del sistema, anche per evitare di farsi fagocitare dalle solite strumentalizzazioni pre – elettorali da chi probabilmente pensa (sbagliando) che i Cittadini non abbiano “memoria storica” sulle vicende sanitarie degli ultimi 30 anni.
CGIL BRINDISI F.P. CGIL BRINDISI SPI CGIL BRINDISI
Antonio MACCHIA Pancrazio TEDESCO Michela ALMIENTO