Home Economia e lavoro CISL: “Supponiamo che le emissioni odorigene provengano dai lavori sulla Tap, certamente non dal petrolchimico”
CISL: “Supponiamo che le emissioni odorigene provengano dai lavori sulla Tap, certamente non dal petrolchimico”
0

CISL: “Supponiamo che le emissioni odorigene provengano dai lavori sulla Tap, certamente non dal petrolchimico”

0

BRINDISI – Fiumi di carta stampata, articoli articolati e meno, dichiarazioni, affermazioni, deduzioni e probabilità, ipotesi verosimilmente anche campate in aria. Tantissimo si è scritto in questo ultimo mese sulla aria insalubre presente nella città di Brindisi che, settimane addietro ha indotto il primo cittadino a firmare un’ordinanza di blocco dell’impianto di Cracking della Versalis. Volendo approfondire le circostanze di riferimento all’ordinanza, ossia i cattivi odori presenti in alcuni punti della città, emerge chiaramente che certamente non provenivano dal sito petrolchimico. Volendo indagare, si suppone potessero essere causa naturale di alcuni lavori sulla nuova linea di gas metano della TAP in corso nei pressi del cantiere di Tuturano. Ma questo sembra non interessare a nessuno.

Anche l’ARPA Puglia, attraverso la Direzione della sede di Brindisi, prontamente intervenuta direttamente nel sito di Brindisi e dopo tante ore di pelo e contropelo alla Versalis, emette un verbale in cui nulla si rileva riguardo le emissioni odorigene, tantomeno su violazioni di Legge.
Paradossalmente emerge che non è possibile cercare altrove ciò che si deve necessariamente trovare in Versalis, ma delle emissioni odorigene non c’è traccia nel sito. Occorre spostare il problema circoscrivendolo sempre in Versalis naturalmente. Si parla delle fermate, dei camini, della vetustà degli impianti, dell’AIA da rivedere, dei parametri di Legge sbagliati, dei “picchi” di benzene e toluene o tulene (come pronunciato da alcuni dei più accaniti sostenitori della causa), o ancora degli investimenti, delle procedure, delle manutenzioni, e così via, per finire alla chimica verde che non c’è.
Le emissioni odorigene che hanno determinato l’ordinanza di chiusura rimangono solo un lontano ricordo.
L’impegno impareggiabile del Prefetto e la disponibilità della Regione Puglia, la proverbiale propensione al dialogo delle organizzazioni sindacali di categoria (attaccate in questi giorni da chi non sa neanche dove si trova lo stabilimento) e l’interesse ovvio alla vicenda delle Segreterie generali confederali territoriali al mondo del lavoro che ruota intorno al polo chimico fanno sì che un Tavolo Tecnico, con la presenza degli Enti in contesa e la Versalis si insedi per dirimere questa vicenda.
Non vi era certo bisogno della chiusura dello stabilimento per arrivarci. Vale la pena ricordare, perché qualcuno fa finta di averlo dimenticato, che un tavolo tecnico era già stato chiesto alla Versalis (settembre 2018) e che la Società aveva dato ampia disponibilità ad aprirlo.
Vien da pensare che all’epoca non era il momento per istituirlo. Non serviva probabilmente l’apertura ad un dialogo franco e sereno fra l’Amministrazione Comunale e una delle più grosse realtà industriali di Brindisi, della Puglia, e dell’Italia intera.
Perché quindi non istituirlo ben due anni fa senza ricorrere a determinazioni drammatiche?
Tranne pochi, tutti i brindisini hanno capito l’insostenibilità di un gesto vano quanto esclusivamente scenografico poggiato su odori o puzze di cui molto velocemente si è voluto perdere traccia.
E’ di questi ultimi giorni l’esito dell’audizione dell’ARPA Puglia presso la stessa Regione. Si legge dalla stampa e viene dichiarato anche dall’Amministrazione Comunale la segnalazione di una inadeguatezza della rete di centraline di rilevamento dell’aria nel comprensorio brindisino, non solo nel Petrolchimico.
Ma la inadeguatezza delle centraline può ricondurre a Versalis il danno ambientale? Certamente no.
Eppure la lettura che si vuol far trasparire è questa. Il solo scopo è evidentemente incrementare la tensione già esistente perché in realtà non vi è alcuna correlazione tra le dichiarazioni ed i contenuti dei documenti.
Occorre però rimediare alla figuraccia.
Ma cosa significano i “picchi”? Quale impatto possono avere quei picchi sulla popolazione per quella durata temporale così breve in quei posti dove sono stati rilevati? Quale era l’impatto delle condizioni climatiche e del vento sulle emissioni rilevate? Come mai ad impianto fermo si rilevano ugualmente giornate con aumenti delle emissioni medie di C6H6 nel comprensorio di Brindisi? Su questi quesiti nelle interviste cui partecipa solo una parte in causa e senza contraddittorio alcuno non ci sono mai delle risposte.
Sovente però si rilevano insinuazioni, mescolamento di dati, ripetersi di informazioni che generano come conseguenza colpe che “devono” essere necessariamente addossate al Cracking ed a Versalis.
Sperando nella fine della propaganda aspettiamo speranzosi l’avvio del tavolo tecnico in cui parteciperanno validi professionisti ed in cui si spera che solo di aspetti tecnici si discuterà per trovare la quadra ed avviare un percorso che possa favorire lo sviluppo industriale del sito petrolchimico, di Versalis e dell’intera area produttiva del territorio. Allo stesso tempo occorre trovare le giuste sinergie per migliorare il sistema di controllo “pubblico” della qualità dell’aria, sia internamente al sito che nell’intera area industriale ed urbana, così da poter dare una informazione finalmente corretta alla comunità, senza pregiudizio e senza strumentali “probabilità” o letture viziate. Si eviteranno finalmente pericolosi ed inutili allarmismi che creano contrapposizioni basate solo su “aria fritta” ma che sui social diventano violenti attacchi personali ad onesti lavoratori padri di famiglia.
Si comprendono le difficoltà del Primo Cittadino a gestire il suo rapporto con alcune associazioni locali che lo hanno sostenuto ma presto dovrà abbandonare la strada della lotta di principio alla Versalis. Se vuol essere Sindaco della Città dovrà cominciare a lasciar perdere la propaganda e avviarsi ad un dialogo costruttivo con tutti che potrà portare solo benefici al territorio ed alla comunità che lo abita. E’ estremamente importante vista anche la prospettiva di un dissesto economico ormai acclarato in cui bisognerà far fronte all’aumento della disoccupazione e alle chiusure inevitabili post Covid.
Insomma, si vuole cambiare la storia per davvero? Ed allora si abbandoni questa strategia al massacro sterile e di “principio”, si cerchino soluzioni di sviluppo ad una provincia che offre tantissime opportunità inesplorate o bloccate dalla burocrazia. E’ il momento di darsi da fare per attivare tutte le risorse possibili in una realtà che non ha nulla, ma proprio nulla, da invidiare a nessuno e trovare le modalità per fare squadra con tutti gli stakeholders.
In fin dei conti basta dare un’occhiata ad altre città, ad altre amministrazioni, a culture che assomigliano alle nostre ma che hanno saputo coniugare molto meglio temi come Salute e Lavoro, Ambiente e Territorio, Sviluppo e Sotenibilità. E’ avvenuto tutto attraverso un confronto sistematico e costruttivo coinvolgendo gli attori sociali senza tralasciarne alcuno. Luoghi spesso con molte meno risorse di ciò che offre Brindisi. Hanno avuto un approccio differente, meno ideologico, più costruttivo e concreto. Oggi possono vantare condizioni decisamente migliori.
Se non si è in grado di coniugare gli interessi di tutti si lasci spazio a chi proporrà una “visione” differente senza addossare le colpe delle proprie incapacità politiche ad altri. Si lasci il passo a chi riesce a trovare spazi di nuovo sviluppo e occupazione sostenibile salvaguardando e valorizzando ciò che già esiste e funziona.

Il Segretario Generale Cisl
(Emiliano GIANNOCCARO)