Senza sponde da Bari, Roma e Brindisi, il Sindaco costretto alla mediazione al ribasso
BRINDISI – L’esito del tavolo tecnico odierno sul petrolchimico ha confermato che la strada è lunga; molto lunga. E che la posizione dura del Sindaco non ha trovato sponda nel Governo e nella Regione, il che è emerso dalle esternazioni, ma soprattutto dai silenzi, dei loro rappresentanti.
Il risultato che Rossi riuscirà certamente ad ottenere è l’auspicata implementazione del sistema di monitoraggio delle emissioni di inquinanti. Un aspetto positivo, che andrà però accompagnato dalla disciplina normativa sulle emissioni transitorie, al momento mancante. Legiferare su questi temi significa imbarcarsi in un viaggio pieno di insidie, senza alcuna certezza sull’arrivo a destinazione. Pertanto, il monitoraggio più puntuale avrà senso solo in combinato disposto con quanto detto innanzi, altrimenti le centraline non faranno altro che registrare dati magari pure alti, ma assolutamente nei limiti di legge previsti su scala annuale. E visto che ci troviamo a discutere di monitoraggio diffuso, forse sarebbe il caso di richiedere l’installazione di più centraline anche nei pressi dell’aeroporto, dato che notoriamente gli aerei emettono benzene in quantità significative, ma l’area è sprovvista di sistemi di rilevamento di questo inquinante.
Sul resto, il Sindaco è riuscito ad ottenere solo conferme da parte di Versalis rispetto agli investimenti progettati per migliorare il funzionamento dell’impianto e un’attenzione da parte della Regione per discutere del futuro della chimica a Brindisi. Non una grande garanzia dato che il mandato di Emiliano è in scadenza.
Difficile, più di tutto, sarà adesso ricucire le fratture in seno alla comunità, con i sindacati e Confindustria sul piede di guerra, con la maggioranza uscita da questa battaglia unita ma non troppo, senza il supporto dell’opposizione (fatta eccezione per Ciullo) ed anche con le associazioni ambientaliste scontente per la revoca dell’ordinanza prima che venisse consegnata la relazione finale di Arpa, e comunque fondata – a loro dire – solo su promesse.
Una cosa è certa: nessuno vorrebbe trovarsi al posto del Sindaco.