BRINDISI – È bastato poco al sindaco di Brindisi per farne un’altra del sue.
Con l’ordinanza di chiusura anticipata emessa e ritirata dopo 12 ore, ha per l’ennesima volta, dimostrato l’inadeguatezza nell’amministrare la nostra città.
Ha prima cercato di far passare l’ordinanza di chiusura anticipata come richiesta dei commercianti, poi successivamente ha scaricato sul Prefetto ed infine ha cercato vanamente di addossare le responsabilità sui sindaci dei comuni limitrofi, colpevoli a suo dire, di non aver applicato le disposizioni del Prefetto.
Peccato che a quell’incontro il sindaco Rossi non vi abbia neanche direttamente partecipato.
Dal primo momento mi è apparso del tutto ovvio (ovvio anche secondo i commercianti che l’altra sera si sono riuniti per protestare davanti al Comune), che questa ordinanza folle avrebbe solo avuto il risultato di mettere per strada verso i paesi limitrofi, migliaia di giovani brindisini, danneggiando l’economia locale, oltre che costituendo un enorme fattore di rischio (in questo caso stradale).
Il sindaco, in qualità di presidente della Provincia, avrebbe dovuto coordinarsi preventivamente con tutti i comuni e per dirla tutta, anche con le città limitrofe, ma la smania di dimostrare l’esistenza terrena e come già visto in altri casi, l’arroganza di non voler condividere le scelte, neanche con la sua stessa maggioranza, lo portano a commettere grossolani errori che si tramutano in danni per il territorio.
Si pensi alla situazione Versalis: ormai Rossi è isolato e attaccato anche dal più importante partito della sua maggioranza e dagli stessi consiglieri regionali che lo rappresentano.
Rossi approfitta del momento di debolezza della nostra comunità nella fase post lockdown, emettendo un’ordinanza senza il supporto di alcuna evidenza scientifica e senza aver mai pensato di aprire dal giorno del suo insediamento a Palazzo di città, un tavolo di confronto ambientale.
Questo è dimostrato dal fatto che ha preferito tacere davanti a rilevazioni ancora più evidenti nel corso del 2019 ma evidentemente, in quel momento, la questione ambientale non era al centro della sua agenda politica.
Oggi per conquistare le luci della ribalta, non ci pensa due volte a gettare in mezzo ad una strada 1500 famiglie brindisine, perdendo un importante e tecnologicamente avanzato insediamento industriale, fondamentale per l’economia del territorio.
Emiliano? Non pervenuto come sempre quando si tratta di Brindisi, ma le regionali, per fortuna, sono dietro l’angolo.
Da troppo tempo manifestiamo dubbi e perplessità sulle capacità politiche di questo sindaco, ma oggi più che mai credo che sia giunto il momento di chiederne con forza le dimissioni.
Gianluca Quarta
Consigliere Comunale di Brindisi