BRINDISI – Il governatore Emiliano aveva garantito che le USCA sarebbero entrate in funzione il 23 aprile scorso.
Data mai rispettata, tant’è che ad oggi le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, ossia unità costituite da medici nel monitoraggio domiciliare dei pazienti positivi al Covid-19 che non necessitano il ricovero ospedaliero non sono ancora operative. A confermare un ritardo nella attuazione di questo servizio è anche il report pubblicato dall’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma.
La Regione avrebbe dovuto istituire presso le AA.SS.LL. pugliesi le USCA, volte quindi ad implementare la gestione dell’emergenza sanitaria per COVID-19 in quei pazienti con sintomi da coronavirus lievi presso il proprio domicilio.
L’applicazione della delibera regionale si è tradotta in un nulla di fatto.
Ma c’è di più.
Nonostante alcuni medici avessero dato la disponibilità per far parte delle USCA, a causa della pessima gestione organizzativo-sanitaria del Presidente-assessore Emiliano, le USCA non sono ancora attive anche perché i medici non sono stati dotati dei DPI necessari per svolgere l’attività di assistenza territoriale e domiciliare in piena sicurezza.
Il governatore pugliese non è riuscito nemmeno a garantire le auto aziendali per consentire ai medici di raggiungere il domicilio del paziente contagiato dal coronavirus. Va da sè che l’utilizzo di auto private è fortemente sconsigliato al fine di arginare la diffusione del virus e minimizzare così il numero dei contagi.
La Regione Puglia, per ovviare a questa situazione complessa, non riuscendo a garantire sicurezza agli operatori sanitari delle USCA e senza dare spiegazioni in merito, ha predisposto una piattaforma online attraverso cui i medici possono fornire assistenza al paziente rimanendo a distanza. Una brutta copia di un servizio di telemedicina privo di qualsiasi strutturazione formale. Infatti emergono già due problematiche importanti: in primis il fatto che l’assistenza con il medico avvenga in videoconferenza non può essere garantita a tutti, in quanto i pazienti più anziani o chi non ne dispone dei mezzi, difficilmente riuscirebbero ad accedere alla piattaforma.
Ancora una volta Emiliano fa ingiustamente differenza tra pazienti di serie A e pazienti di serie B.
Altra conseguenza negativa è che, a quanto pare, tale piattaforma sia gestita da un privato; ciò crea non pochi problemi da un punto di vista della tutela della privacy nella gestione del dato sanitario. E se pensiamo che finanche l’App Immuni gestita dal Ministero della Salute, per i medesimi motivi, è utilizzabile su base volontaria, la gestione approssimativa di questa piattaforma online è fonte di grosse preoccupazioni per i cittadini pugliesi. Piattaforma che, ricordiamo, non è stata ancora attivata.
Emiliano dovrebbe forse contestualizzarsi nel tempo e nello spazio e fare molta attenzione al binomio privacy-sanità, rispettando la normativa in materia di trattamento dei dati personali e sensibili nel settore sanitario.
L’approssimazione e l’improvvisazione, soprattutto in una situazione così complessa e delicata, non è più consentita.
La Regione avrebbe dovuto istituire presso le AA.SS.LL. pugliesi le USCA, volte quindi ad implementare la gestione dell’emergenza sanitaria per COVID-19 in quei pazienti con sintomi da coronavirus lievi presso il proprio domicilio.
L’applicazione della delibera regionale si è tradotta in un nulla di fatto.
Ma c’è di più.
Nonostante alcuni medici avessero dato la disponibilità per far parte delle USCA, a causa della pessima gestione organizzativo-sanitaria del Presidente-assessore Emiliano, le USCA non sono ancora attive anche perché i medici non sono stati dotati dei DPI necessari per svolgere l’attività di assistenza territoriale e domiciliare in piena sicurezza.
Il governatore pugliese non è riuscito nemmeno a garantire le auto aziendali per consentire ai medici di raggiungere il domicilio del paziente contagiato dal coronavirus. Va da sè che l’utilizzo di auto private è fortemente sconsigliato al fine di arginare la diffusione del virus e minimizzare così il numero dei contagi.
La Regione Puglia, per ovviare a questa situazione complessa, non riuscendo a garantire sicurezza agli operatori sanitari delle USCA e senza dare spiegazioni in merito, ha predisposto una piattaforma online attraverso cui i medici possono fornire assistenza al paziente rimanendo a distanza. Una brutta copia di un servizio di telemedicina privo di qualsiasi strutturazione formale. Infatti emergono già due problematiche importanti: in primis il fatto che l’assistenza con il medico avvenga in videoconferenza non può essere garantita a tutti, in quanto i pazienti più anziani o chi non ne dispone dei mezzi, difficilmente riuscirebbero ad accedere alla piattaforma.
Ancora una volta Emiliano fa ingiustamente differenza tra pazienti di serie A e pazienti di serie B.
Altra conseguenza negativa è che, a quanto pare, tale piattaforma sia gestita da un privato; ciò crea non pochi problemi da un punto di vista della tutela della privacy nella gestione del dato sanitario. E se pensiamo che finanche l’App Immuni gestita dal Ministero della Salute, per i medesimi motivi, è utilizzabile su base volontaria, la gestione approssimativa di questa piattaforma online è fonte di grosse preoccupazioni per i cittadini pugliesi. Piattaforma che, ricordiamo, non è stata ancora attivata.
Emiliano dovrebbe forse contestualizzarsi nel tempo e nello spazio e fare molta attenzione al binomio privacy-sanità, rispettando la normativa in materia di trattamento dei dati personali e sensibili nel settore sanitario.
L’approssimazione e l’improvvisazione, soprattutto in una situazione così complessa e delicata, non è più consentita.
Laura De Mola- coordinatrice provinciale Forza Italia
Livia Antonucci – coordinatrice cittadina Forza Italia Brindisi
Livia Antonucci – coordinatrice cittadina Forza Italia Brindisi