BRINDISI – Durante una diretta Facebook il consigliere comunale di FDI Massimiliano Oggiano ha affermato: “Il 2 aprile denunciavo che la direzione manageriale della ASL di Brindisi stava affrontando l’emergenza Covid in maniera dilettantistica, con gravi responsabilità in riferimento alla tutela del personale sanitario. A distanza di 11 giorni nulla è cambiato, anzi la situazione si è aggravata. Si era detto che a Brindisi si sarebbero dovuti processare con i nuovi macchinari circa 170 tamponi al giorno. Ma vi comunico che ad oggi questi sono i dati al Di Summa: l’1 di aprile ne hanno processati 46, il 2 di aprile ne hanno processati 42, il 3 di aprile ne hanno processati 42, il 4 di aprile ne hanno processati 28, il 5 di aprile ne hanno processato 1, il 6 di aprile 31, il 7 di aprile ne hanno processati 39, l’8 ne hanno processati 48, il 9 ne hanno processati 85, che è stato il picco e oggi fino alle 12 solo 16.
Dal 3 aprile sono state disattese numerose promesse, per questo il Sindaco non avrebbe dovuto appiattirsi alle posizioni di Emiliano e della struttura manageriale dell’ASL, perché il Sindaco è il massimo esponente in termini di salute pubblica. Per quanto riguarda i 28 nuovi posti di terapia intensiva, era stato annunciato che sarebbero stati pronti per i primi di aprile. Oggi è il 13 e ancora non sono pronti. Il Sindaco ha il dovere di garantire che quanto promesso venga realizzato. Ritengo che ci siano responsabilità gravissime da parte del dott. Pasqualone in riferimento al fatto che non abbiamo ancora a disposizione questi posti, soprattutto perché si sarebbero potuti creare al quinto piano del Perrino, dove i lavori sono in corso da ben 4 anni. Con i soldi spesi per la costruzione dei nuovi moduli temporanei, si sarebbero potuti ultimare i lavori per i 15 posti previsti per la terapia intensiva all’interno dell’ospedale.
Per tutto questo ritengo necessario che Emiliano commissari la ASL di Brindisi, nominando un soggetto che sappia dare risposte e ci consenta di uscire da questa situazione.
Ci risulta ancora oggi che latitino i dispositivi di sicurezza. A tal proposito, sono curioso di capire dove saranno collegati i ventilatori da utilizzare all’interno dei nuovi posti di terapia intensiva, perché non si è ben compreso se quei moduli verranno collegati direttamente ai bomboloni criogenici presenti all’interno dell’ospedale garantendo così il continuo approvvigionamento oppure se si dovranno utilizzare le bombole portatili. Ebbene, quest’ultime sono difficilmente reperibili, pertanto mi auguro che venga addottata la prima soluzione, altrimenti ci troveremmo davanti ad un gravissimo atto di sciatteria, perché si correrebbe il rischio di attivare i nuovi posti di terapia intensiva senza disporre di ossigeno a sufficienza”.