BRINDISI – Quanto sta accadendo nell’ospedale Perrino di Brindisi evidenzia problemi gravissimi che, di fatto, mettono a repentaglio la vita di tanti nostri concittadini. L’aver scelto proprio il nosocomio del capoluogo come “ospedale covid” si sta dimostrando un grave errore in quanto la sua particolare conformazione non ha permesso in alcun modo una divisione netta tra i reparti in cui vengono ospitanti pazienti affetti dal virus e altri reparti dove si curano patologie altrettanto gravi. Tra l’altro, il personale ausiliario (così come quello della mensa e di altri servizi) è lo stesso per tutti e quindi si creano le condizioni per forme importanti di contaminazione.
La conseguenza è che oggi il reparto di Pneumologia è stato chiuso, che il primario di chirurgia ha contratto l’infezione e che ci sono numerosi altri casi di sanitari risultati positivi.
Insomma, si rischia la paralisi! E tutto questo perché – a differenza di altre province pugliesi – nel Brindisino si è deciso di sottovalutare il problema dell’analisi dei tamponi. Quelli effettuati nei nostri ospedali sono stati destinati prima a Lecce, poi a Bari, poi a Foggia ed infine a Barletta, con la conseguenza che alcuni si sono smarriti e tutti gli altri hanno dovuto attendere non meno di una settimana per conoscere l’esito.
In questo modo si è concesso un enorme vantaggio al virus! Oggi più che mai, pertanto, è necessario chiedersi perché si è atteso per due mesi prima di attivare il laboratorio nell’ex Di Summa? Perché ci si ostina ad ignorare la presenza sul territorio di strutture private che sono perfettamente in grado di esaminare i tamponi? (la vicenda dell’Apulia Diagnostic ne rappresenta una conferma).
Siamo di fronte a responsabilità evidenti e quindi ad una sostanziale scarsa capacità di programmazione di tutti gli attori protagonisti di questa vicenda, che va ad aggiungersi ad una colpevole sottovalutazione dei problemi.
A questo punto, pertanto, occorrono decisioni immediate ed incisive, a partire dalla necessità di sottoporre a tampone tutto il personale sanitario. Se si vuole evitare che Brindisi diventi il più importante focolaio della Puglia bisogna agire senza alcun indugio.
Mauro Vizzino – Presidente Commissione Ambiente della Regione Puglia