BRINDISI – Egregio Sindaco di Brindisi Riccardo Rossi, in questo momento di gravissima emergenza sanitaria e di prostrazione psicologica che cresce giorno dopo giorno alla lettura del bollettino dei decessi e dei contagiati da Coronavirus, ritengo che non si stia facendo tutto il possibile per impedire la diffusione del contagio.
Si potrebbe ancora fare molto e tanto rientra anche nei poteri di un sindaco e dell’amministrazione comunale.
Io appartengo a quelli che ben prima del decreto estensivo della zona rossa all’intero territorio nazionale, intuendo la pericolosità dell’epidemia, avevano già limitato radicalmente ogni spostamento personale invitando altri a fare lo stesso.
Dopo l’adozione del decreto restrittivo sono uscito giusto tre volte per acquistare generi alimentari, ma sempre ho visto persone bivaccare in piazze e piazzette, ben rilassati sulle panchine; altri raccolti in folti gruppi dinanzi agli uffici postali, ai tabaccai e ai supermercati senza mantenere la distanza di sicurezza.
E, soprattutto, specie nelle zone periferiche della città come tra il Casale e il Paradiso, tanta gente irresponsabile continua a muoversi senza giustificato motivo e, noncurante della salute altrui, dimostra di essere unicamente innamorata dei propri glutei e addominali, impaurita solo di ingrassare, quindi corre e corre.
Questi soggetti non hanno capito che quest’estate sulla spiaggia non ostenteranno alcunché perché di questo passo, cioè quello della loro egoistica corsetta, non ci sarà una stagione balneare ma si continuerà, tutti, a restare in casa.
Allora sindaco, così come è stato fatto in altri comuni, inizi a smontare la panchine pubbliche, disponga che la Polizia Municipale garantisca la massima presenza nelle zone periferiche e che blocchi gli irresponsabili, applicando le sanzioni previste.
Inoltre, sindaco, faccia verificare se negli esercizi commerciali gli ingressi siano regolarmente contingentati.
Ma non basta. Invochi anche a Brindisi la presenza dell’Esercito. Lo chieda con quella che è l’autorità di un primo cittadino.
Ed ancora c’è il problema del dormitorio di via Provinciale San Vito. Dove è finita la solidarietà verso i migranti? Essi non solo continuano a risiedere in quel luogo in condizioni che li espone al contagio ma a loro volta diventano potenziale veicolo di diffusione del Covid-19 visto che circolano tranquillamente in spregio a qualsiasi restrizione e si radunano in gruppi.
Ebbene sindaco, considerato che ci sono edifici pubblici chiusi o comunque destinati ad attività collettive attualmente sospese, utilizzi questi immobili per smistare in piccolissimi gruppi gli attuali residenti del dormitorio e quando si ritornerà alla normalità quei locali potranno essere liberati e disinfestati.
Massimo Ciullo – consigliere comunale