Home Cronaca Esclusiva L’Ora di Brindisi, il progetto di Odra, Kailia e Fincosit per la reindustrializzazione dell’area ex centrale a carbone
Esclusiva L’Ora di Brindisi, il progetto di Odra, Kailia e Fincosit per la reindustrializzazione dell’area ex centrale a carbone

Esclusiva L’Ora di Brindisi, il progetto di Odra, Kailia e Fincosit per la reindustrializzazione dell’area ex centrale a carbone

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Qualche giorno fa abbiamo parlato del progetto di Fincosit per la reindustrializzazione dell’area dell’ex centrale a carbone di Brindisi (qui l’articolo). La società ha presentato un’altra proposta, in partnership con Odra Energia e Kailia Energia, che abbiamo potuto visionare in esclusiva.

Odra Energia è la società proponente di un progetto per la realizzazione e la gestione di un progetto eolico marino galleggiante previsto al largo della costa meridionale della provincia di Lecce, il “progetto Odra”. La capacità installata prevista da tale progetto sarà pari a circa 1.100 MW (megawatt), con una produzione annuale stimata pari a circa 3 miliardi di kWh/anno (kilowattora/anno), equivalente al consumo di 900 mila utenze domestiche italiane e alla mancata emissione in atmosfera di oltre 1,9 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. (leggi qui la scheda di presentazione)

Kailia Energia è invece la società proponente di un progetto per la realizzazione e la gestione di un progetto di eolico marino galleggiante previsto al largo della costa meridionale della provincia di Brindisi, nello specchio di mare indicativamente compreso tra Brindisi e San Cataldo, nel comune di Lecce, il progetto Kailia. La capacità installata prevista di tale progetto sarà pari a circa 900 MW, con una produzione annuale stimata pari a circa 2,5 TWh (Terawattora), equivalente al consumo di 700 mila utenze domestiche italiane e alla mancata emissione in atmosfera di un milione e mezzo di tonnellate di anidride carbonica all’anno.

Le due società, create nel quadro della partnership paritetica che lega le due aziende Nadara e BlueFloat Energy per lo sviluppo di parchi eolici marini galleggianti al largo delle coste italiane, dopo aver concluso con successo il procedimento di Scoping, stanno entrambe finalizzando la procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (qui la scheda sul sito del ministero)

E’ di ieri la notizia che l’Autorità di Sistema portuale ha approvato l’espansione presso il porto esterno della banchina Capo Bianco, intervento già appaltato a Fincosit srl e di avvio in aprile 2025. La nuova banchina avrà una lunghezza di 375 metri, con un’estensione prevista di circa 140.000 mq. Il fondale fronte banchina previsto è di 12 metri, ma con strutture atte a raggiungere fondali di -16 mslmm (leggi qui la notizia)

Nel progetto di Odra, Kailia e Fincosit, sono stati ipotizzati due diversi siti per la produzione di fondazioni in calcestruzzo all’interno del porto di Brindisi: 1. Nuova banchina di Capo Bianco, 2. Banchina di Costa Morena Est. Per quanto riguarda le modalità di assemblaggio, esse sono essenzialmente due: la prima prevede la prefabbricazione a terra degli elementi e il successivo varo tramite barge semisommergibile o bacino galleggiante; la seconda prevede, invece, l’assemblaggio direttamente su barge o bacino galleggiante.

Produzione della Fondazione Galleggiante in Banchina – Capo Bianco

Nell’ipotesi di gestire la produzione dei floater interamente presso la banchina di Capo Bianco verrebbero allestite n. 2 linee di produzione in parallelo. In estrema sintesi, in questa ipotesi, le due linee di produzione parallele prevedono, ciascuna, un sistema di trasporto (skidding) su rotaie o su gomma per permettere la traslazione degli elementi durante le varie fasi di assemblaggio. L’impianto cantiere prevede, quindi, una prima zona di produzione delle basi, le quali avanzerebbero poi lungo la linea di produzione tramite il sistema di skidding, fino a raggiungere la successiva zona (slipforming) in cui avviene la gettata del calcestruzzo per l’elevazione.

Produzione della Fondazione Galleggiante in Banchina – Costa Morena

Nell’ipotesi di gestire la produzione dei moduli interamente presso la banchina di Costa Morena verrebbero allestite n. 2 linee di produzione in parallelo. Il procedimento avverrebbe analogamente a quello illustrato per il sito di Capobianco e con la medesima tipologia di allestimento in banchina. Nell’ipotesi di gestire la produzione degli elementi direttamente su bacino galleggiante o barge semisommergibile verrebbe allestita mentre la gettata del calcestruzzo verrebbe direttamente effettuata sul floating dock/barge. Anche in questo caso si rimanda all’analoga descrizione effettuata per la corrispondente ipotesi elaborata per la banchina di Capo Bianco.

Le ricadute occupazionali

Adottando la metodologia di stima empirica, ottenuti dal benchmarking con progetti simili e fonti per stimare il numero di posti di lavoro creati per ogni milione di euro investito in progetti di energia eolica offshore, considerando il valore dell’investimento (c.a. 3,5 miliardi di euro per ogni progetto). Si stima, per la fase di costruzione, che è prevista durare circa 5 anni, il seguente impatto occupazionale. Lavoratori diretti: 17.542. Lavoratori indotto: 46.310. Totale: 63.852. La valutazione complessiva porta a osservare che per l’impianto potrebbero essere impiegati mediamente dai 1.150 ai 3.500 lavoratori annualmente nella fase di costruzione e in funzione delle attività previste da crono programma.

Per la fase di esercizio, con una metodologia econometrica, sono stati stimati i posti di lavoro diretti, indiretti e afferenti all’indotto per un valore di investimento della fase di operations stimato in circa 100 milioni di euro all’anno per progetto. Totale stimato di posti di lavoro creati durante la fase di operatività: diretti 156, indotti 411, totale 567 posti di lavoro/anno per 30 anni. buona parte di tale occupazione, circa il 55% nella fase di costruzione e quasi la totalità di quella successiva di O&M, sarà costituita da posti di lavoro essenzialmente su base regionale o nazionale, e pertanto, la possibilità di realizzare tale impianto eolico offshore, costituirà una grande opportunità per il tessuto aziendale produttivo della Regione Puglia.