
Eolico offshore, Taranto e Augusta i due poli per le piattaforme galleggianti. Brindisi ospiterà attività di supporto
Sarà il porto di Taranto, assieme da Augusta in Sicilia, uno dei due poli italiani dell’eolico offshore, in cui si costruiranno le piattaforme galleggianti per le turbine eoliche. Brindisi e Civitavecchia ospiteranno invece funzioni di supporto ai due hub. La conferma è contenuta nella bozza del decreto interministeriale dei ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dell’Economia.
Il provvedimento che al momento è al vaglio della ragioneria di stato per la verifica delle coperture finanziarie. Le risorse serviranno a riconvertire le aree portuali verso le nuove attività produttive. Nei cantieri si realizzeranno scafi da migliaia di tonnellate, che verranno poi ancorati al fondale marino. Secondo l’Aero, l’associazione delle imprese dell’eolico offshore, la produzione potrebbe partire già nel 2028, le prime piattaforme pronte nel 2030. Importanti le ricadute occupazionali: fra i mille e 1300 nuovi posti. Una parte potrebbe essere destinata a lavoratori dell’ex Ilva.
Al momento, in Italia 4 progetti di eolico in mare hanno già ottenuto la Valutazione di impatto ambientale positiva dal ministero dell’Ambiente: Trapani (250 Megawatt flottanti), Barletta (1,1 Gigawatt flottanti), Rimini (330 Mw sul fondale), Ravenna, (600 Mw sul fondale).
Legambiente Puglia, con i circoli di Taranto e Brindisi, esprime soddisfazione a seguito della notizia. “Taranto sarà uno dei due poli italiani per la costruzione di piattaforme galleggianti per turbine eoliche, segnando un passo significativo verso un futuro energetico più pulito e sostenibile e Brindisi fungerà da centro di supporto. È fondamentale questo investimento in due territori pugliesi che stanno faticosamente mettendo in atto politiche di decarbonizzazione e in cui si stanno proponendo progetti industriali innovativi – scrive Legambiente Puglia in una nota -. L’eolico offshore rappresenta una risposta concreta alle sfide climatiche che il nostro pianeta sta affrontando. Sfruttando le potenzialità del vento in mare aperto, l’Italia può ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili e contribuire a un futuro energetico più sostenibile. La creazione di poli come Taranto e Brindisi non è solo un passo verso l’innovazione tecnologica, ma anche un impegno verso la salvaguardia dell’ambiente e la salute delle generazioni future”.