Home Cronaca Taranto, Melucci perde la maggioranza e si torna a votare. Effetto domino a Brindisi?
Taranto, Melucci perde la maggioranza e si torna a votare. Effetto domino a Brindisi?
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Taranto, Melucci perde la maggioranza e si torna a votare. Effetto domino a Brindisi?

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Diciassette consiglieri comunali a Taranto hanno firmato le dimissioni determinando la fine anticipata dell’amministrazione di Rinaldo Melucci. Dopo le tensioni interne e il cambio di maggioranza, il sindaco eletto nel 2022 in quota Pd è stato sfiduciato da pezzi del centrosinistra e del centrodestra. Si torna alle urne tra maggio e giugno, in attesa del commissario prefettizio.

Eletto la prima volta a giugno 2017, nel novembre 2021 fu sfiduciato con una raccolta di firme che causò lo scioglimento anticipato e l’arrivo di un commissario. Melucci fu poi rieletto nel giugno 2022 in quota Pd, sostenuto da un’alleanza di centrosinistra. Un anno fa ci fu un’altra raccolta firme per determinare lo scioglimento, ma non arrivarono a 17 perché il consigliere comunale Luigi Abbate, all’epoca all’opposizione, non aderì all’iniziativa. In seguito è passato in maggioranza ed è diventato presidente del Consiglio comunale.

“Credo sia un problema culturale questa divisione, questa schizofrenia continua, endemica – ha commentato il primo cittadino di Taranto in merito alle dimissioni dei consiglieri -. E’ ciò che poi consente ad altri poteri e ad altre intelligenze a Bari e a Roma di sopraffare sempre gli interessi di questo territorio. Non impariamo mai la lezione”. E ha aggiunto: “Credo che stiano accadendo cose che si stavano ripetendo in maniera ricorrente da due-tre anni e che non hanno niente a che fare con la politica”.

LA SITUAZIONE A BRINDISI, COSA PUO’ ACCADERE

La situazione tarantina potrebbe avere ripercussioni anche a Brindisi dove la Giunta Marchionna è da tempo sotto la lente di osservazione, sia da parte delle opposizioni che ne contestano l’operato, come un’opposizione deve fare, sia da pezzi della maggioranza che sarebbero scontenti del fatto che questa amministrazione non riesca ad imprimere una identità politica di centro destra all’azione di governo. La scorsa settimana tutti e 12 i consiglieri dell’opposizione si sono detti pronti a firmare una mozione di sfiducia e andare dal notaio, ma serve una tredicesima firma perchè il regolamento comunale prevede la sottoscrizione dei 2/5. Per la decadenza del consiglio comunale servirebbero le dimissioni di diciassette consiglieri in totale come a Taranto.

Nel centro destra i malumori non mancano: il consigliere Quarta ha chiesto una conta della maggioranza davanti a tutto il consiglio e lo stesso Quarta non avrebbe gradito che il concorso per dirigente di programmazione economica sia stato vinto da una figura molto vicina all’ex sindaco Rossi. Secondo fonti da noi raccolte, si rischia che nel prossimo consiglio comunale convocato per il 28 febbraio ci saranno molte defezioni nelle fila della maggioranza.

Non solo: il sindaco Marchionna, in piena autonomia e senza consultare gli alleati che lo sostengono a palazzo del Comune, ha nominato come amministratore unico della BMS l’avvocato Palladino candidata con Rossi, il direttore generale del consorzio per la gestione dei servizi sociali è stato confermato ed è vicino alla passata amministrazione di centro sinistra e anche lo staff scelto Brindisi capitale della cultura 2027 pare abbia all’interno un direttivo vicino a PD e Alleanza Verdi e Sinistra. Tutte mosse per tenere buone l’opposizione? La maggioranza non commenta e continua a fare quadrato intorno al sindaco Marchionna. Ma il tredicesimo consigliere per la sfiducia potrebbe spuntare fuori da un momento all’altro.