Home Cronaca Oltre 100 milioni di fatture false. Coinvolto nella maxi inchiesta sulla frode fiscale anche un 43enne di Brindisi. Le persone indagate in tutt’Italia sono 179
Oltre 100 milioni di fatture false. Coinvolto nella maxi inchiesta sulla frode fiscale anche un 43enne di Brindisi. Le persone indagate in tutt’Italia sono 179
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Oltre 100 milioni di fatture false. Coinvolto nella maxi inchiesta sulla frode fiscale anche un 43enne di Brindisi. Le persone indagate in tutt’Italia sono 179

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C’è anche un 43enne di Brindisi, C.D.C. (le sue iniziali), tra le 179 persone indagate nei giorni scorsi “con l’accusa di aver preso parte a una organizzazione criminale radicata a Reggio Emilia, dedita alla perpetrazione di reati tributari, tra cui frodi fiscali e indebita compensazione di crediti d’imposta per quasi 104 milioni di euro”, si legge nella nota ufficiale della Guardia di finanza di Reggio Emilia.
L’operazione “Ombromanto” ha visto perquisizioni e sequestri, delegati dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, anche a Monza, Bologna, Piacenza, Parma, Modena, Rimini, Bolzano, Torino, Asti, Milano, Pavia, Verona, Perugia, Terni, Firenze, Pisa, Pesaro, Roma, Rieti, Frosinone, Pescara, Napoli, Caserta, Benevento, Taranto, Crotone e Trapani.
Oltre duecento i finanzieri che hanno eseguito perquisizioni locali e personali in tutto lo Stivale, finalizzate al sequestro di beni e conti correnti per 70 milioni di euro.
Il sistema si basava su un’emissione spropositata di crediti fittizi ceduti alle imprese, creando così un enorme ‘buco’ di tasse non versate allo Stato. Il meccanismo era quello della “compensazione tramite crediti fiscali”. Un credito inesistente ceduto al beneficiario, cioè le aziende clienti dell’organizzazione, che a quel punto risultavano avere un debito azzerato o fortemente limitato: creare falsi crediti nei confronti dello Stato per arrivare a non pagare le tasse.
Sono 12 i pugliesi indagati. L’inchiesta è partita da una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate di Reggio Emilia in merito a uno degli indagati, ufficialmente nullatenente e nullafacente.
Uno degli aspetti «più preoccupanti», ha detto il procuratore capo di Reggio, Calogero Gaetano Paci, «è l’evidente connivenza di 22 professionisti tra notai e commercialisti», che risultano indagati ma che non figurano nel decreto di sequestro. Tutti questi professionisti avrebbero apposto il «visto di conformità» sulle operazioni finanziarie e le false fatture create fittiziamente per ottenere i crediti. Di questi 22 sedicenti professionisti almeno 12 sarebbero addirittura privati cittadini che si spacciavano per esperti avendo carpito le credenziali per accedere ai portali di riferimento.