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Brindisi Multiservizi: piano di risanamento a rischio
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Brindisi Multiservizi: piano di risanamento a rischio

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Di Salvatore Morelli

Il rigetto da parte dell’INPS dell’istanza della BMS per la concessione della FIS (fondo d’integrazione salariare) rappresenta una mazzata nei programmi di risanamento della partecipata comunale attraverso la procedura della composizione negoziata, a causa dell’enorme debito accumulato nel corso degli ultimi 14 anni. Nonostante l’amministratore unico, l’avvocato Rossana Palladino, getti acqua sul fuoco, il problema c’è. Il piano di risanamento passa anche attraverso il taglio del 25% degli stipendi di 126 lavoratori nel breve medio periodo. E il fatto che il giudice, che si sarebbe dovuto esprimere sulla conferma o meno delle misure protettive chieste la società, ieri abbia rinviato l’udienza al 20 febbraio per consentire all’esperto nominato dalla CCIAA di Bari di esprimersi alla luce della bocciatura dell’INPS, testimonia quanto complessa e complicata sia la situazione economico finanziaria della BMS. E se il giudice, alla luce di quanto successo, ha ritenuto non revocare le misure di protezione del patrimonio aziendale non rappresenta sicuramente un giudizio positivo sulla sostenibilità del piano, così come troppo trionfalisticamente ha chiosato l’amministratore unico, ma ha applicato un inevitabile principio prudenziale di natura sociale. Fonti di palazzo di città parlano di malumori che serpeggiano tra componenti della maggioranza che sostiene il sindaco Marchionna per come sta procedendo il piano di risanamento della BMS, a tal punto da mettere in discussione la scelta di nominare l’avvocato Palladino, quale amministratore unico della BMS (fortemente voluta dall’assessore Daniela Maglie, in quota politica all’attuale assessore regionale al bilancio Fabiano Amati). In effetti, già da tempo i mal di pancia della maggioranza riguardano proprio il ruolo dell’assessore Daniela Maglie ritenuta troppo “invadente” all’interno delle dinamiche di maggioranza. E’ evidente che se la procedura di composizione negoziata della crisi d’impresa non dovesse sfociare in una relazione positiva dell’esperto nominato dalla CCIAA di Bari si aprirebbero altri percorsi più dolorosi, dei quali qualcuno dovrà rispondere politicamente.
E’ inconfutabile che se il tentativo messo in piedi per risanare la BMS attraverso questa procedura fosse stato messo in atto subito dopo l’insediamento dell’attuale Amministrazione comunale, qualche chance in più l’avrebbe scontata. Sempre secondo i bene informati, questo periodo (180 giorni, prorogabili di ulteriori 180), in cui l’esperto deve concludere il proprio lavoro, potrebbe essere preordinato ad arrivare anche a soluzioni che prevedano la cessione dell’azienda o di rami d’azienda attraverso una gara pubblica a doppio oggetto che porterebbe il privato o i privati a essere coinvolti nella compagine societaria insieme al Comune di Brindisi. Un argomento così delicato, che impatta pesantemente sulle casse comunali, sui lavoratori e loro famiglie e sui cittadini che usufruiscono dei servizi della partecipata, merita chiarezza, rispetto e condivisione.