Omicidio di Ana Cristina: ostacoli burocratici per coprire le spese del funerale che avverrà domani. Dal carcere il “silenzio” del marito nato a Brindisi
Dopo oltre un mese è stato fissato per domani 15 ottobre il funerale della 38enne brasiliana Ana Cristina Duarte. La donna era stata uccisa a coltellate dal marito Ezio di Levrano, autista 54enne di Brindisi, davanti ai tre figli (di 6, 13 e 14 anni) in un’abitazione di Saltara (in provincia di Pesaro) il 7 settembre notte dopo le 2. Il brindisino si trova in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato.
A dare notizia del funerale è stata la parlamentare italo-brasiliana Renata Bueno, presidente dell’Associazione per la Cittadinanza Italiana, da sempre in prima linea nella difesa dei diritti delle donne, insieme all’avvocata salentina Francesca Conte, che ha assunto la difesa legale della famiglia di Ana Cristina Duarte.
Ha raccontato Bueno: “E’ stato un mese difficile, durante il quale abbiamo affrontato notevoli ostacoli burocratici che ci impedivano di trovare una soluzione per coprire le spese del funerale di Ana Cristina, ma siamo finalmente riusciti a giungere a una soluzione. Stiamo facendo arrivare sua sorella e la nipote, affinché possano essere presenti per l’ultimo saluto ad Ana Cristina. Riguardo al fenomeno dei femminicidi, riteniamo inaccettabile che, in un Paese sviluppato e culturalmente avanzato come il nostro, si verifichi una tragedia di questo genere quasi quotidianamente. È sempre un dramma, ma lo è ancor di più quando un omicidio avviene di fronte ai bambini. Qui in Italia abbiamo lavorato duramente, anche durante il mio mandato parlamentare, per introdurre il “bottone del panico”, un dispositivo di emergenza, e il codice rosso. Tuttavia, è inutile che le donne abbiano accesso a questi strumenti se le strutture non sono poi in grado di offrire loro il supporto necessario quando li attivano in situazioni di pericolo”.
Tra le cause ventilate, già nelle prime ore si era parlato anche di gelosia tra marito e moglie: elementi (raccontati al suo legale di fiducia dal 54enne in carcere) che potrebbero emergere dai contenuti di messaggi o chiamate e per farlo non si esclude l’incarico di due consulenti di parte, due big dei processi italiani: Ezio Denti, investigatore privato e Luigi Nicotera, tecnico informatico forense. Entrambi hanno lavorato nel caso di Yara Gambirasio come consulenti di Massimo Bossetti. Di Levrano avrebbe confidato al suo legale di voler pagare le sue colpe ma di voler far emergere la verità che l’ha indotto, in un momento d’ira e di rabbia, a commettere un’azione che non voleva commettere.
La bella 38enne brasiliana aveva più volte confidato la sua situazione familiare anche alle amiche, ma la notte dell’omicidio (senza avvisare i carabinieri che giorni prima avevano raccolto i motivi dell’allontanamento dal marito) era tornata a casa per rivedere i figli non pensando a una fine terribile.