“Sono addolorato per i miei figli”. Il mea culpa del papà-omicida davanti al gip. L’avvocato difensore: “C’erano gelosie”
Hanno assistito nella notte tra venerdì e sabato al loro papà che ammazzava a coltellate la madre 38enne Ana Cristina Duarte Correia, fuggendo da quella casa degli orrori, chiedendo aiuto ai vicini. Un grande coraggio quello messo in atto dal figlio più grande, un 14enne che ha fatto da scudo ai fratelli più piccoli di 12 e 6 anni.
Stamattina, il papà-omicida Ezio Di Levrano, un camionista 54enne di Brindisi, ha chiesto dei suoi 3 figli (che si trovano presso una struttura per minori) dichiarandosi molto provato per quanto accaduto. Per il resto, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari, Giacomo Gasperini, nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo avvenuto nella casa circondariale “Villa Fastiggi” di Pesaro, dove si trova rinchiuso per omicidio volontario aggravato, rischiando ora l’ergastolo. Assistito dall’avvocato difensore Gaia Vergari ha così riferito il legale: “Si sente molto provato, molto addolorato per i suoi figli”. E su cosa ha scatenato il delitto: “I rapporti non erano buoni. C’erano delle tensioni familiari, gelosie. Ingiustificato sicuramente”.