Chiuso un ristorante sulla litoranea salentina : bloccato l’acquisto di 50 cassette di cozze nere in cattivo stato di conservazione. Controlli a tappeto per quello che si preannuncia un Ferragosto “caldo” per la ristorazione
Ferragosto “caldo” e controlli a tappeto da parte delle forze dell’ordine presso ristoranti e altri locali commerciali dediti alla consumazione di pasti. Il momento no per le cozze nere “Made in Taranto” ha visto sequestrare cinquanta cassette dei noti mitili (non in buono stato di conservazione) e prive di tracciabilità che stavano per raggiungere un ristorante del Salento a bordo di un furgone, ma è stato bloccato dalla polizia che ha sanzionato un 40enne tarantino, sequestrato la merce e disposto la chiusura di un ristorante.
Tutto è iniziato al quartiere Tamburi di Taranto quando gli agenti hanno notato un uomo intento a caricare su un furgone numerose cassette di cozze già sgusciate. Seguito a breve distanza, dopo un lungo tragitto il mezzo ha raggiunto un ristorante situato in un comune della litoranea. Una volta fermato, il controllo ha permesso di trovare nel vano posteriore del furgone le cozze in cattivo stato di conservazione, oltre che priva di documenti di tracciabilità. Il controllo del ristorante, effettuato con l’Asl di Taranto, ha fatto poi emergere numerose irregolarità sulla tracciabilità e la conservazione degli alimenti e le precarie condizioni igieniche dei locali.
Il 40enne conducente del furgone è stato quindi sanzionato amministrativamente, per il ristorante controllato è stata invece disposta la momentanea chiusura fino al ripristino delle condizioni igienico ottimali per l’esercizio dell’attività di ristorazione.
Sul fenomeno della moria delle cozze nere dovute al caldo, nei giorni scorsi è stata segnalata la necessità di procedere con la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità. La richiesta è stata avanzata da Agci Agrital Taranto, Unci Agroalimentare, Confcooperative Taranto-Federcoopesca, Legacoop agroalimentare Taranto/Dipartimento Pesca, Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Pesca per far fronte alla crisi della mitilicoltura. “Delle 15mila tonnellate di mitili prodotte a Taranto quest’anno, settemila tonnellate sono andate perse a causa del caldo record e delle alte temperature registrate in Mar Piccolo. Una perdita, in termini economici, di oltre cinque milioni di euro”. Un problema aggravato – aggiungono associazioni e sindacati – dal mancato utilizzo del primo seno del Mar Piccolo, con ripercussioni anche sulla produzione del 2024. Una situazione che coinvolge “30 aziende e circa 400 famiglie tarantine che vivono di mitilicoltura”.
Una crisi che ha portato a convocare in Prefettura, lo scorso 2 agosto, un tavolo di confronto per affrontare la drammatica e insolita situazione.