La misteriosa morte del carabiniere Sergio Ragno. Domani 20 anni da quel tragico giorno. Nelle iniziative per il ricordo anche un docufilm
Domani, 17 giugno, si terrà il “Giorno del Ricordo – Noi non dimentichiamo” in memoria di Sergio Ragno, il carabiniere scelto di Brindisi morto vent’anni fa (il 17 giugno 2004) a Firenze.
Il programma prevede alle ore 17 una Santa Messa presso la chiesa di San Benedetto celebrata dal cappellano militare don Antonio. Al termine, a Palazzo Nervegna sarà proiettato un filmato di 22 minuti in cui si ripercorreranno tutte le iniziative per accertare la verità sulle circostanze che hanno portato alla morte del carabiniere brindisino. In programma anche l’intervento di una cantante che si esibirà sulle musiche che faranno parte di un docufilm che andrà in onda sulle reti nazionali in autunno. È prevista la partecipazione di istituzioni civili e militari.
Sergio perse la vita in un incidente stradale a soli 24 anni. La famiglia ha però sempre sostenuto che tale incidente si verificò durante una operazione di servizio decisa dai suoi superiori del Comando provinciale di Firenze. La famiglia Ragno è difesa dallo studio legale Giulio Murano di Roma che, ricostruendo gli avvenimenti di quel giorno, ha rilasciato questo comunicato stampa qualche anno fa:
“La notte del 17 giugno 2004 alcuni militari del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Firenze, avevano proceduto al controllo di un gruppo di giovani che viaggiano a bordo di un’autovettura, attività durante la quale era stata rinvenuta una piccola quantità di sostanza stupefacente; il possessore di tale sostanza, al fine di dimostrare il proprio ravvedimento in ordine al reato appena contestatogli, aveva spontaneamente deciso di fornire la propria collaborazione ai suddetti militari dell’Arma, affermando di essere in grado di permettere agli stessi Carabinieri di identificare un grosso spacciatore di sostanze stupefacenti.
Ottenuta la suddetta notizia confidenziale, i suddetti militari, ne avevano data immediata notizia ai propri diretti superiori; circostanza in occasione della quale era stato con gli stessi concordato, che, lo stesso pomeriggio sarebbe stato effettuato un mirano servizio all’interno del Parco delle Cascine di Firenze, finalizzato al rintraccio ed all’eventuale arresto di un soggetto che, in tale frangente, avrebbe dovuto presentarsi all’interno della suddetta località portando al seguito un’ingente quantità di sostanza stupefacente.
Lo stesso pomeriggio quindi, sei Carabinieri in servizio presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Firenze, si erano portati all’interno del suddetto parco pubblico in abiti civili ed alla guida dei rispettivi veicoli privati, per dar corso al suddetto servizio antidroga; circostanza in occasione della quale, mentre stavano percorrendo il Viale degli Olmi, un’autovettura condotta da una giovane donna, aveva improvvisamente effettuato una pericolosa ed illecita manovra di inversione di marcia, sbarrando letteralmente la strada al motociclo condotto dal Carabiniere Scelto Sergio RAGNO.
Il giovane militare dell’Arma, pur avendo effettuato una brusca manovra di emergenza, non era riuscito ad evitare lo scontro con la suddetta autovettura, rovinando con il proprio motociclo contro la stessa.
Entrambe i conducenti dei due veicoli coinvolti nel suddetto sinistro stradale avevano riportato gravissime lesioni, ma, purtroppo, mentre la donna che si trovava alla guida dell’autovettura, pur avendo riportato gravissime lesioni era riuscita a salvarsi, mentre il Carabiniere Scelto Sergio RAGNO, dopo essere rimasto agonizzante per strada per circa quindici minuti, era deceduto in occasione dell’arrivo sul posto del personale medico del servizio 118.
In ordine a quanto accaduto nei fatti in questione, presso la Procura della Repubblica di Firenze, erano stati instaurati due procedimenti penali e, contestualmente era stata avviata una causa civile finalizzata al riconoscimento dello status di vittima del dovere a favore del defunto giovane Carabiniere.
Purtroppo, però, entrambe i suddetti procedimenti penali erano stati frettolosamente archiviati, senza che fosse stato disposto lo svolgimento di alcun tipo di indagine da parte della Procura della Procura della Repubblica di Firenze ed il ricorso presentato dai genitori del Carabiniere presso il Tribunale Civile di Brindisi tramite l’avv. Giulio MURANO del Foro di Roma, era stato rigettato dal Giudice della Sezione del Lavoro, dopo che, lo stesso Magistrato, pur avendo ricevuto informazioni contrastanti in occasione delle deposizioni fornite dai due Ufficiali dell’Arma all’epoca dei fatti posti direttamente al Comando del Car. Sc. RAGNO, aveva deciso di rinunciare alla testimonianza del Gen. C.A. Tullio DEL SETTE ed il Gen. C.A. Giovanni NISTRI, pur avendo precedentemente autorizzato l’audizione dei suddetti Alti Ufficiali dell’Arma dei Carabinieri richiesta dall’Avv. MURANO.
La tragica vicenda che ha irrimediabilmente devastato l’esistenza della Famiglia RAGNO, pareva essere destinata a rimanere senza giustizia, sino al giorno in cui, l’Avv. MURANO, aveva deciso di affidare un incarico di Consulenza Tecnica di Parte, al Maresciallo Capo dell’Arma dei Carabinieri in congedo Franco PIZZONIA (ex Comandante del Nucleo Radiomobile dei Carabinieri di Chiavari – GE), unitamente al quale aveva svolto una complessa ed articolata attività di indagini difensive, in occasione è stata minuziosamente esaminata l’intera documentazione processuale e erano stati raccolti numerosissimi ulteriori elementi di prova, in grado di dimostrare quanto realmente accaduto in giorno 17 giugno 2004 in Viale degli Olmi del Comune di Firenze.
In occasione dello svolgimento delle indagini difensive è emerso che il Car.Sc. RAGNO, successivamente al sinistro stradale per circa quindici minuti non ha ricevuto alcun tipo di soccorso da parte dei cinque colleghi Carabinieri che si trovavano insieme a lui in tale frangente e che nessun tipo di soccorso è stato neppure prestato da parte degli svariati appartenenti del Corpo di Polizia Municipale di Firenze, prontamente giunti sul luogo del sinistro stradale.
E’ stato inoltre verificato che il corpo del defunto non è stato oggetto di una doverosa e formale identificazione prima della sua rimozione da luogo dell’incidente, che non è stato sottoposto ad una ispezione cadaverica e che addirittura all’interno del referto di constatazione del decesso non erano state neppure riportate le generalità della vittima.
Al fine di poter giungere all’intera verità dei fatti, l’Avv. MURANO ed il proprio Consulente Tecnico avevano provveduto a raccogliere formali informazioni da parte dei quattro appartenenti al Corpo di Polizia Municipale di Firenze che avevano proceduto al rilevamento del sinistro stradale ed avevano raccolto le testimonianze da parte delle persone trovate sul posto; circostanza in occasione della quale era emerso che gli effetti personali del giovane Carabiniere erano stati arbitrariamente ed informalmente prelevati dal luogo del Sinistro stradale da appartenenti all’Arma dei Carabinieri e che l’intera scena del crimine era stata contaminata, essendo stata oggetto di una minuziosa “ispezione” – (mai formalmente verbalizzata) – da parte di numerosi militari dell’Arma, che, invece di preoccuparsi delle condizioni di salute in cui versava il loro “collega di servizio” avevano ricevuto l’ordine di rintracciare la pistola di ordinanza del Car.Sc. RAGNO da parte di uno degli Ufficiali dell’Arma precipitatesi sul luogo dell’incidente.
In occasione dell’esame dei suddetti quattro appartenenti al Comando di P.M. di Firenze, erano state rese all’Avv. MURANO svariate informazioni contrastanti, in ordine alla dinamica del sinistro, all’avvenuto svolgimento delle operazioni di rilevamento, a riguardo dei danni subito dal motociclo condotto dal giovane Carabiniere ed in relazione alle effettive condizioni di salute in cui versata il giovane Carabiniere a seguito dell’urto; motivo per il quale, nel mese di gennaio dell’anno 2020 era stata formalmente richiesta la riapertura delle indagini da parte della Procura della Repubblica di Firenze.
La suddetta istanza era stata però rigettata dallo stesso Magistrato che nell’anno 2004 aveva archiviato il procedimento penale in questione, in considerazione del fatto che a causa del tempo trascorso il delitto di omicidio colposo ipotizzabile si era ormai prescritto in data 08 giugno 2018.
In considerazione del fatto che il suddetto Magistrato, nella circostanza in cui aveva rigettato la suddetta richiesta di riapertura delle indagini, non aveva in alcun modo preso in considerazione l’avvenuta violazione del reato di false informazioni al difensore, commessa in occasione dell’esame di quattro appartenenti al Corpo di Polizia Municipale di Firenze, avvenuta nel mese di ottobre dell’anno 2019, l’Avv. MURANO aveva provveduto a depositare una seconda richiesta di riapertura delle indagini; circostanza in occasione della quale era stata messa in evidenza l’omessa valutazione della suddetta ipotesi di reato commessa nell’autunno dell’anno 2019 – richiesta che, però, veniva nuovamente respinta da parte del Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Firenze, senza che tale provvedimento venisse suffragato da alcun tipo di motivazione.
L’intero accaduto, in questi giorni è stato portato a conoscenza del Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Firenze mediante il deposito di una formale istanza di avocazione delle indagini da parte dall’Avv. MURANO, giustificata dall’inerzia dimostrata dalla Procura della Repubblica di Firenze, a fronte degli elementi di prova raccolti dalla difesa della Famiglia RAGNO; inerzia che, di fatto non può contestarsi alla Procura della Repubblica di Brindisi che, nel frattempo sta indagando a tutto campo a seguito dell’iscrizione nel registro degli indagati dei due Ufficiali dell’Arma che, avevano fornito informazioni contrastanti al Giudice del Lavoro; motivo per il quale debbono oggi rispondere del reato di falsa testimonianza”.
Avv. Giulio MURANO