Crisi al Comune di Brindisi: Marchionna non accetta ricatti. Pronte le dimissioni?
Nei prossimi giorni il Consiglio Comunale si riunirà per salvare la partecipata Brindisi Multiservizi, ma il clima all’interno di alcuni gruppi consiliari di maggioranza rischia di far saltare il salvataggio della società in house. Una crisi aperta al buio senza un documento politico ufficiale delle segreterie dei partiti, ma con richieste verbali di alcuni consiglieri comunali: in una prima fase proponevano l’azzeramento della Giunta, successivamente, con un documento sottoscritto da tutti i gruppi (eccezion fatta per la capogruppo Lucia Vantaggiato e il commissario cittadino Cesare Mevoli per Fratelli d’Italia) il ritiro delle deleghe. Tutti i partiti di maggioranza hanno espresso molte riserve e perplessità sul merito e sul metodo dell’iniziativa dei consiglieri comunali con dichiarazioni ufficiali dei responsabili provinciali dei partiti di centro destra. Una città, con gravi problemi sul tappeto, che avrebbe dovuto capitalizzare la sovraesposizione mediatica mondiale della presenza del G7 sul territorio e, invece, catalizza l’opinione pubblica per vicende che ancora non è dato conoscerne i contenuti. Intanto, le opposizioni (che altro non stavano aspettando) vanno all’attacco del Sindaco e della sua maggioranza, denunciando il tentativo di strumentalizzazione del voto sul salvataggio della BMS all’accoglimento prioritario e preordinato delle richieste dei consiglieri di maggioranza in contrasto con i rispettivi partiti e movimenti di appartenenza. Quindi la domanda nasce spontanea: Marchionna cederà al ricatto dei singoli consiglieri o si affiderà ai partiti? In questo clima di confusione, da “notte dei lunghi coltelli”, con il parlamentare di collegio, Mauro D’Attis, pare, all’oscuro del tentativo di ammutinamento dei consiglieri di Forza Italia, voci di Palazzo di Città riferiscono che il Sindaco Marchionna mai accetterebbe ricatti o scelte al di fuori del perimetro politico dei partiti che lo hanno scelto nell’ultima tornata elettorale e che hanno blindato i propri rappresentanti in Giunta con dichiarazioni ufficiali (tra l’altro i più suffragati dal consenso popolare. Quindi, sarebbe pronto a fare la voce grossa e rassegnare le dimissioni.