Home Cultura Università e Waterfront: c’è il serio rischio di perdere i finanziamenti
Università e Waterfront: c’è il serio rischio di perdere i finanziamenti

Università e Waterfront: c’è il serio rischio di perdere i finanziamenti

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BRINDISI – È corsa contro il tempo per salvare i progetti finanziati (per circa 15 milioni di euro) dal Pnrr, che prevedono la realizzazione di un polo universitario nel cuore della città e il recupero dei beni monumentali e delle aree verdi attigui. Il caso Brindisi sembrerebbe convalidare le remore del ministro Fitto circa le difficoltà degli enti locali nel rispettare le scadenze intermedie. Entro il 5 dicembre, infatti, il consiglio comunale deve approvare i progetti degli otto lotti da cui è composto il finanziamento, che fissano come area bersaglio la maglia urbana prospiciente il Seno di Levante. In trenta giorni si dovrà procedere all’affidamento delle progettazioni di sette lotti (per un lotto l’approvazione è intervenuta pochi giorni fa), alla redazione dei progetti e alla loro approvazione in consiglio comunale. Per alcuni lavori, come il restauro della chiesa del Cristo, è necessario anche il placet della Soprintendenza, che tarda a giungere. Piccola digressione: anche i lavori da effettuare presso la chiesa di Santa Maria del Casale, dove alcune infiltrazioni rischiano di rovinare i pregiati affreschi esistenti, scontano ritardi – secondo quanto raccontato dal consigliere di FdI, Cesare Mevoli – perché la Curia, seppure sollecitata dal Comune, non si starebbe rivelando particolarmente solerte.

Tornando alle opere del Pnrr, le ansie si concentrano soprattutto su due interventi di recupero, ossia quelli che riguardano l’ex scuola Marconi e il palazzo ex Agenzia delle Entrate. In merito alla prima, che dovrebbe diventare uno studentato, le buste della gara per la progettazione non sono state ancora aperte, e ciò nonostante i termini per presentare le offerte siano scaduti a luglio. Nello specifico, un componente della commissione è in malattia, ma la sua sostituzione, che deve avvenire ad opera del segretario generale, tarda ad arrivare. Per quanto concerne il palazzo ex Agenzia delle Entrate, che dovrebbe invece ospitare le varie facoltà, il primo bando per l’affidamento della progettazione è andato deserto e domani scadono i termini del secondo bando. Un’altra scadenza è fissata poi al 31 dicembre, data entro la quale gli interventi dovranno andare a gara, se si vuole beneficiare dell’erogazione del 10 per cento in più rispetto alle risorse originarie. Un surplus di finanziamenti che serve per coprire l’aumento dei costi determinato dal caro materiali.

Ed anche per i progetti di riqualificazione del waterfront, finanziati con 13 milioni di euro dal Programma di azione e coesione, si registrano problemi. In questo caso, c’è da rispettare il termine ultimo di marzo 2026 per completare i lavori. Tuttavia, il ministero delle Infrastrutture monitora l’avanzamento dell’iter con cadenza bimestrale. Entrando nello specifico degli interventi previsti, l’area ex Pol, sulla cui destinazione finale non c’è ancora certezza, avrebbe prima bisogno di essere bonificata, ma le ingenti risorse necessarie non sono state ad oggi reperite. L’area, tra l’altro, non è stata ancora consegnata dalla Capitaneria di porto al Comune. L’idea dell’attuale amministrazione è quella di dare vita ad un’area ibrida dove realizzare parcheggi, un parco e un mercato ittico. Tuttavia, il progetto originario prevedeva solo la creazione di una zona umida, pertanto si dovrebbe provvedere a effettuare integrazioni progettuali. Discorso similare si può fare per un altro lotto, ossia quello riguardante il recupero dell’ex capannone Montecatini, la cui destinazione d’uso non è stata ancora decisa e la cui titolarità non è stata tuttora trasferita dall’ente portuale al Comune. C’è da sottolineare, inoltre, che l’amministrazione comunale, la settimana scorsa, ha provveduto a sostituire il coordinatore del gruppo di lavoro, la dirigente del settore Patrimonio Marina Carrozzo, con il dirigente dell’ufficio Urbanistica Fabio Lacinio. Una scelta che il capogruppo del Pd, Francesco Cannalire, ha definito «gravissima». Il dem ha infatti sottolineato il fatto che «il progetto rischia di saltare perché il dirigente Lacinio è troppo oberato di lavoro per riuscire a seguire questi interventi».

Insomma, se è vero che l’ufficio Urbanistica negli ultimi mesi ha impresso un’accelerazione nel rilascio di scia, cila, pareri, permessi di costruire (sono stati 315 da settembre ad oggi), sul fronte dell’avanzamento degli iter progettuali risultano evidenti sensibili ritardi. La coperta d’altronde, con quel personale risicato, è corta.