Servizi sociali, venerdì i criteri per le 16 assunzioni. Intanto è scontro tra Comune e Cgil
BRINDISI – È scontro tra Comune di Brindisi e Fp Cgil sulla internalizzazione di alcuni servizi sociali in favore del consorzio dell’Ambito Brindisi-San Vito. Maggioranza e opposizione in linea di massima sembrano concordare sulla necessità di affidare al consorzio la gestione diretta, dato che è stato istituito proprio per svolgere questa funzione e dato che gli altri consorzi della provincia hanno già internalizzato i servizi.
Di posizione opposta la Fp Cgil, la quale venerdì alle ore 11 sosterrà l’assemblea pubblica che i lavoratori delle cooperative terranno davanti alla sede dei Servizi sociali. La ragione risiede nel fatto che il consorzio non può assorbire la platea storica senza passare da un concorso pubblico. Il rischio, dunque, è che alcuni lavoratori con esperienza pluriennale possano perdere il posto. Sempre venerdì si conosceranno i criteri che verranno utilizzati nei concorsi pubblici per l’assunzione di sedici unità tra assistenti sociali, istruttori amministrativi, psicologi, mediatori familiari, un pedagogista e un autista.
“La platea storica di servizi essenziali – ha rivendicato Chiara Cleopazzo, segretaria provinciale della Fp Cgil – deve essere internalizzata e valorizzata. La Fp Cgil non permetterà più nessuna azione tesa a lasciare a casa lavoratori storici. Per questo dichiariamo lo stato di agitazione del personale dipendente delle cooperative dei servizi esternalizzati, chiedendo formalmente alla committente di predisporre celermente misure di attenta tutela nei confronti di lavoratori ed utenza”.
Particolarmente critiche sono state in commissione le posizioni dei consiglieri Cesare Mevoli per la maggioranza e Lino Luperti per l’opposizione. “La Cgil fa lo sciopero perché vuole continuare con le cooperative”, ha dichiarato Mevoli. Per Luperti, il Comune «dovrebbe cancellare definitivamente le esternalizzazioni dei servizi alle cooperative” in quanto producono “danni ai lavoratori”. Luperti ha anche denunciato che alcuni dipendenti gli hanno riferito “di aver lavorato in nero per un periodo, ed è una cosa gravissima”. Ma non solo. Ha anche rilevato che “da quanto appreso, due cooperative avrebbero dovuto prevedere le figure di coordinatrici, così come stabilito in fase di gara, ma non hanno mai provveduto. Il dirigente ci ha confermato che, in presenza di incongruenze rispetto alla gara d’appalto, si devono bloccare i pagamenti. Scriverò al segretario generale. I servizi curati da queste cooperative scadono a dicembre e se si dovesse procedere alla proroga, ci troveremmo davanti a un fatto gravissimo”.
Il consigliere Michelangelo Greco ha invece posto l’attenzione sulle “educatrici che si spostano con mezzi propri nonostante sia previsto un autista e l’auto aziendale. Inoltre – ha aggiunto – l’utilizzo di mezzi pubblici produce notevoli ritardi che sottraggono tempo alle attività effettuate a domicilio”. Per questo Greco ha dichiarato che “chiederà copia dei chilometri percorsi dalle auto e dei costi sostenuti dalle educatrici”.