BRINDISI – Il 4 novembre, giorno di festa e di riflessione, chiama tutti a un sentimento condiviso di profondo orgoglio nazionale. Non c’è Comune in Italia, piccolo o grande che sia, che non onori i suoi Caduti con un monumento o una piazza, simboli tangibili del sacrificio supremo per la libertà che oggi respiriamo.
La memoria di questi valorosi, che hanno lasciato la vita nei campi di battaglia per garantire alle generazioni future il dono prezioso della libertà, merita un omaggio costante e perpetuo. La nostra città è custode di uno di questi maestosi tributi – un monumento di imponente bellezza che incarna l’anima e lo spirito del coraggio italiano.
Non molti anni fa, una nota azienda ha dimostrato la sua sensibilità per la bellezza e la memoria attraverso un’azione meritevole donando un significativo contributo economico per il restauro completo del Monumento ai caduti della prima guerra mondiale, collocato in piazza Santa Teresa. Un gesto di generosità che ha aggiunto dignità al nostro patrimonio artistico.
Tuttavia, da oltre un anno, questo simbolo di libertà è costretto al buio. Nonostante l’opera miserabile del vandalismo, che tuttavia può essere mitigata attraverso l’installazione di telecamere di sorveglianza, lasciare il monumento nella penombra è un’offesa nei confronti di coloro che hanno dato la vita per il Paese. È una ferita aperta nel tessuto della nostra memoria comune.
Riconoscendo questa mancanza, mi sono attivato contattando gli uffici competenti e l’azienda responsabile della manutenzione dell’illuminazione pubblica, sollecitando un intervento immediato per riaccendere i corpi luminosi che dovrebbero garantire un’adeguata visibilità della preziosa opera di Edgardo Simone.
Garantire ai monumenti la giusta illuminazione è un dovere civico che si traduce in decoro degli spazi pubblici ma anche nella capacità di fare della memoria comune riflessione, presa di coscienza e impegno quotidiano. Un bambino una volta disse che i monumenti “li fanno per stupire la gente”. Facciamo allora che lo stupore sia la scossa necessaria per leggere oltre le iscrizioni sul marmo e considerare quei simboli uno spot alla civiltà.
Roberto Quarta
Consigliere comunale
Fratelli d’Italia