Home Economia e lavoro D’Attis spinge per la riconversione a turbogas della centrale, ma al momento Enel chiude. Legambiente: «Solo 60 posti e nessun indotto»
D’Attis spinge per la riconversione a turbogas della centrale, ma al momento Enel chiude. Legambiente: «Solo 60 posti e nessun indotto»

D’Attis spinge per la riconversione a turbogas della centrale, ma al momento Enel chiude. Legambiente: «Solo 60 posti e nessun indotto»

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BRINDISI – A Brindisi torna a farsi spazio l’idea di riconvertire a gas la centrale Federico II. Il tavolo ministeriale sulla decarbonizzazione ha dato mandato al sindaco Marchionna di fare sintesi delle richieste del territorio sulle quali ragionare per traguardare una transizione che sia il meno possibile traumatica a livello di perdite occupazionali. L’on. Mauro D’Attis, nelle scorse ore, ha chiaramente detto che quella della centrale a turbogas «è tra le ipotesi sul tavolo», in quanto «non c’è niente di scandaloso nel sostenere che si possa continuare a produrre energia nel sito di Cerano, se il Paese lo richiede». D’Attis fa leva sul fatto che «Terna, durante l’audizione sul decreto Mezzogiorno, ha parlato dell’ipotesi del ciclo combinato per la centrale di Brindisi» e ha ricordato che «in quella occasione è emerso che Enel sta valutando la possibilità di convertire la centrale a ciclo combinato, dimostrando così che una valutazione definitiva ancora non c’è stata». Va ricordato che la strada della riconversione a gas era stata abbandonata quando lo scorso anno Terna dichiarò che il sistema elettrico nella macro-area non ha attualmente necessità di ulteriore capacità a gas. E le posizioni in campo, a distanza di oltre un anno, non sembrano cambiate particolarmente, se si fa affidamento alle dichiarazioni del direttore di Enel Italia, Nicola Lanzetta, rilasciate nell’audizione richiamata da D’Attis. In quell’occasione (era il 4 ottobre), infatti, l’esponente ha chiuso le porte a ogni ripensamento, affermando che «i siti di Civitavecchia e Brindisi sono siti che il sistema non reputa opportuno riconvertire a gas, per cui su entrambi si seguono le direttrici della realizzazione di impianti di produzione con fotovoltaico e di batterie». Una posizione netta, che in effetti sembra cozzare con quanto affermato da Terna il 3 ottobre. «Riguardo la centrale di Brindisi – ha dichiarato in audizione il rappresentante di Terna -, so che Enel sta ragionando se riconvertirla in centrale a ciclo combinato».

Ad ogni modo, tra i più convinti sostenitori della riconversione della centrale a gas c’è il presidente della Cna, Franco Gentile, il quale sostiene che «Enel potrebbe realizzare l’impianto, che è ritenuto strategico, anche con l’utilizzo di fondi del Pnrr». Un cambio di paradigma rispetto alle richieste avanzate fino a poche settimane fa dagli attori istituzionali ed economici del territorio, che puntavano all’impiego dei fondi previsti nel Repower Eu per la realizzazione a Brindisi di una gigafactory di pannelli fotovoltaici gemella di quella esistente a Catania.

Sul fronte del “no” c’è sicuramente Legambiente, che ha sempre evidenziato come «il progetto di Enel per la nuova centrale a gas prevede soltanto sessanta posti di lavoro diretti e nessun indotto per il territorio».