Dall’Albania eroina e cocaina. Asse con la ‘Ndrangheta. Ruolo delle donne sempre più rilevante
BRINDISI – Tratto dalla relazione della Direzione centrale per i servizi antidroga.
La contiguità geografica tra Italia e Albania ha, nel tempo, facilitato lo sviluppo di relazioni dirette fra i gruppi criminali pugliesi e quelli albanesi, in modo particolare per l’approvvigionamento, il deposito e la commercializzazione di sostanze stupefacenti.
La presenza criminale dei sodalizi italo-albanesi è stata rilevata con l’Operazione TACKLE, condotta dal Nucleo Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Brindisi. Tale operazione si è conclusa nel gennaio del 2022, con l’esecuzione di 23 misure cautelari in carcere, nei confronti di cittadini italiani e albanesi.
Il gruppo albanese, unitamente a cittadini italiani, era in grado di importare nella provincia brindisina significative partite di eroina e cocaina, in arrivo a rispettivamente dalla Turchia – attraverso la rotta balcanica – e dall’Olanda, che venivano smistate nelle diverse piazze di spaccio della Regione pugliese, nonché nella provincia di Reggio Calabria, attesa la vicinanza ed i contatti esistenti con la ’ndrina Cua – Pipicello – Ietto.
Gli indagati, consci di possibili attenzioni delle Forze di polizia nei loro confronti, intrattenevano i contatti, con i fornitori ed i clienti, avvalendosi di apparati telefonici criptati, che garantivano “comunicazioni sicure”, nonché di apparati disturbatori di frequenza, per ostacolare eventuali captazioni di comunicazioni “tra presenti” e la localizzazione GPS delle autovetture. Il pagamento delle partite di droga avveniva, prevalentemente, con la spedizione materiale di denaro contante in Albania, a mezzo “autisti-spalloni”, operanti sulla linea di autobus sulla tratta Valona – nord Italia.
Nella provincia di Brindisi, il tessuto criminale è caratterizzato dalla presenza di organizzazioni di tipo mafioso. Tale peculiarità criminale è stata riconosciuta in numerose sentenze, anche se le relative caratterizzazioni sono mutate nel corso degli anni. Attualmente, l’organizzazione “Sacra Corona Unita” ha assunto caratteristiche di particolare frammentazione in vari gruppi criminali che all’associazione originaria idealmente si riconducono per la conservazione di forti legami e soprattutto per il riconoscimento dell’appartenenza ad una comune origine e per la condivisione di certi valori”.
Nel contesto criminale descritto, si inserisce l’attività della Squadra Mobile della Questura di Brindisi, conclusa nel luglio 2022 con l’esecuzione di una misura cautelare in carcere e agli arresti.domiciliari a carico di complessivi 12 sodali, volta a verificare e ricostruire le attività delittuose facenti capo al gruppo Romano – Coffa, ritenuto diramazione brindisina della Sacra Corona Unita.
L’attività investigativa ha dimostrato come alcune donne del clan abbiano retto il gruppo criminale – a seguito degli arresti dei rispettivi compagni e dei fratelli – confermando, secondo un medesimo copione criminale, quanto già emerso in precedenti indagini, riguardo al ruolo sempre più rilevante ricoperto dalle figure femminili, che possono assumere anche posizioni sovraordinate rispetto agli altri appartenenti alla consorteria. Gli interessi criminali principali sono risultati essere le estorsioni, le rapine e lo spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, si è accertato che il gruppo criminale, quando non si avvaleva direttamente di propri esponenti interni, deputati alle cessioni di sostanze stupefacenti, referenziava altri siti di spaccio, affidandoli a gestori di fiducia tenuti a versare “il punto”, ossia un contributo a favore del clan.