Edison: “A Brindisi la Via come per Oristano? No, quello era un rigassificatore. Ce l’ha confermato il ministero”
BRINDISI – C’è il rischio che Edison possa chiedere un risarcimento danni milionario al Comune di Brindisi. A preoccuparsi dei potenziali risvolti negativi della vicenda è il consigliere comunale del gruppo misto (da poco fuoriuscito dal Pd) Giampaolo D’Onofrio, il quale ha deciso di uscire dall’aula al momento del voto della mozione poi approvata all’unanimità. «Non ho ritenuto – dichiara D’Onofrio – di esprimere un voto su quella mozione perché non ne condividevo il taglio. L’avrei votata se ci si fosse limitati a chiedere al comitato tecnico regionale e ai ministeri di prestare attenzione sui punti più controversi. Invece si è deciso di chiedere il riesame, che ritengo eccessivo». Il consigliere, poi, anticipa gli scenari che si aprirebbero qualora l’investimento dovesse saltare. «Rispetto agli entusiasmi espressi – afferma – dopo il consiglio comunale, soprattutto da parte dell’opposizione, mi domando se costoro hanno valutato il fatto che, nel caso dovesse saltare l’opera, ci esporremmo quasi certamente a una rivalsa milionaria da parte della società. Si tratta di un impianto finanziato dal Pnrr. Se si dovessero ritardare atti dovuti e l’azienda dovesse perdere il finanziamento, allora si configurerebbe una situazione di rischio per le casse dell’ente. Si deve tenere presente che Tap, dopo le resistenze da parte della passata amministrazione comunale di Melendugno, ha intentato un contenzioso con l’ente».
Tra le questioni controverse, di recente ne è emersa una nuova. A sollevarla nel corso dell’assise comunale è stato il consigliere Diego Rachiero. «A Oristano, Edison presentò un progetto – ha ricostruito l’esponente dell’opposizione – per un deposito di 10mila metri cubi e ottenne l’autorizzazione nel 2017. Nel 2022, poi, la società ha presentato richiesta di assoggettabilità a Via per un progetto di adeguamento dell’impianto. Tra le modifiche ha inserito l’immissione in rete del boil off gas e l’utilizzo di un vaporizzatore del gnl. Ebbene, il ministero ha sancito un principio sacrosanto: se l’impianto è collegato alla rete, quello diventa un terminale di rigassificazione del gnl e pertanto è necessaria la Via, al di là delle dimensioni del deposito. Perché questo non deve valere anche per Brindisi?». Il riferimento di Rachiero è alla nota della Direzione generale valutazioni ambientali con la quale comunicava alla Confindustria sarda che «per terminali di rigassificazione di gas naturale liquefatto debbano intendersi i terminali connessi alla rete, ovvero funzionali alla distribuzione del gas nella rete nazionale dei gasdotti».
Da noi contattata, Edison ha fornito il proprio chiarimento sul punto, confutando l’interpretazione del consigliere. «La Via – fanno sapere dal colosso energetico – è prevista per il deposito di Oristano perché lì si parla di un’unità di rigassificazione e perché l’isola è sguarnita di una rete gas nazionale. A Brindisi, invece, non è previsto il rigassificatore e l’allaccio alla rete nazionale per l’immissione del boil-off gas non è assoggettabile alla Via. Su questo si è espresso il Mase a seguito di una richiesta da parte di Edison».