Brindisi senza industria e senza turismo, ecco perché è povera
BRINDISI – Ieri il consigliere Fusco chiedeva retoricamente al direttore del Censis come mai Brindisi, avendo tante industrie, fosse tra le città più povere d’Italia. La riposta si trova nel rapporto completo del Censis (108 pagine), dal quale si evince che nel territorio brindisino l’industria in senso stretto occupa poco più dell’11% del totale degli occupati, contro il 14,5% del dato pugliese ed il 20,3% del dato nazionale. Insomma, qui ci sono la metà degli occupati nell’industria rispetto alla media nazionale. Il che significa che siamo poveri perché c’è poca industria!
Di contro, siamo rimasti un’economia agricola: lo studio rileva come “l’occupazione brindisina è connotata da una maggiore presenza di occupati
in agricoltura, il 12,5% del totale contro una media regionale dell’8,8%
ed un dato nazionale del 4,1%”. E anche il dato sulle costruzioni risulta del 3% più alto di quello nazionale.
A completare il quadro c’è la chimera del turismo, che si pretende di sviluppare senza prevedere nuovi insediamenti ricettivi. Nel Comune di Brindisi, al momento, tra strutture alberghiere ed extralberghiere si contano solo 2.000 posti letto a fronte dei 30.600 presenti in provincia, con 1.200 posti letto nell’alberghiero a fronte dei 13.300 della provincia!
Al nord c’è l’industria, ci sono i termovalorizzatori e ci sono rigassificatori e depositi di gnl. Qui, invece, siamo rimasti allo stadio dell’infanzia, alla visione bucolica del mondo.