Enel punta su agroalimentare e automotive e chiede modifiche al Prp: “Svolta decisiva in termini occupazionali”
BRINDISI – Enel chiede all’Autorità di sistema portuale di rivedere alcuni passaggi del nuovo Piano regolatore portuale. In fase di Valutazione ambientale strategica, infatti, il colosso energetico ha depositato un documento contenente osservazioni, nel quale sottolinea come «le potenzialità del progetto di transizione energetica della società non appaiono completamente adattabili con la normativa del Piano regolatore portuale da attuarsi sulle aree di proprietà del porto medio e della centrale di Cerano». Il nuovo Prp, per l’area dove insiste la centrale a carbone, prevede una riconversione a fonti rinnovabili che contribuirebbe a soddisfare in parte il fabbisogno energetico dell’intero porto. Inoltre, è intenzione dell’Autorità portuale utilizzare l’area anche per attività connesse alla logistica portuale. Tuttavia, da Enel osservano che «la compatibilità con il Prp risulta fondamentale al fine di poter predisporre processi amministrativi integrati e snelli, senza dover procedere attraverso speciali direttive di varianti al Piano», e pertanto «limitare la destinazione produttiva per l’ambito di Cerano a ‘funzioni industriali di produzione di energia anche da fonti rinnovabili’ appare altamente riduttivo nei confronti di un corretto sviluppo produttivo dell’area brindisina». Per questo la multinazionale chiede all’ente portuale di «modificare la norma, eliminando il limite delle ‘funzioni industriali e produttive alla produzione di energia da fonti rinnovabili’ e integrando con le funzioni industriali e commerciali». Questo perché il contenuto della norma tecnica di attuazione del nuovo Prp «limita la possibilità di riconversione del polo di Cerano – prosegue Enel – a funzioni industriali di produzione di energia, non prevedendo la possibilità di insediamento di altre tipologie industriali. La trasformazione dell’attuale centrale non mira unicamente alla riconversione verso fonti rinnovabili ma anche verso la trasformazione di beni a livello produttivo di più ampio respiro, sempre nell’ambito delle politiche in tema di transazione energetica». Specifica ancora Enel che «la produzione di energia da fonti rinnovabili che si attuerà nel sito potrà essere messa a disposizione dell’intera comunità, della produzione di idrogeno verde e del mercato dell’energia, contribuendo agli obiettivi di transizione energetica e decarbonizzazione, e non per soddisfare esclusivamente il fabbisogno energetico dell’intero porto».
Nel documento vengono inoltre ripresi alcuni progetti che Enel intende sviluppare su Brindisi, come la realizzazione nella zona franca doganale di «magazzini logistici multifunzionali e un capannone per l’industria, anche agroalimentare; piazzali di movimentazione di containers ed auto». Ma viene richiamata anche la «manifestazione d’interesse di Acquedotto Pugliese volta a valorizzare le prese a mare della centrale, che potranno essere utilizzate per prelevare l’acqua necessaria al funzionamento di un dissalatore a membrana di nuova generazione». Per Enel, in conclusione, «le iniziative interne al sito ad oggi individuate possono creare una svolta decisiva in termini occupazionali, oltre a positive ricadute dirette e indirette sull’imprenditoria locale».